Pizza’s Surprise
E’ successo sette giorni fa! Dalla domanda ricorrente di come trascorrere un Sabato “diverso” e dall’utilissima banda larga era emersa la possibilità di poter andare ad un concerto. Amiamo entrambi la musica ed il bivaccare in un’ambiente “malsanamente” libero (direbbero alcuni!). A me il compito di rendere tutto “una sorpresa”, e senza lasciar minimamente intendere quale sarebbe stata la destinazione siamo saliti in macchina alla volta di Salerno, Via Irno precisamente! Dove si trovasse Via Irno non era minimamente nelle mie conoscenze ma ricordavo ci fosse un’uscita della pseudo-tangenziale con quel nome lì!
Effettivamente l’uscita c’era, peccato che, prima di trovare la meta ci è toccato fare cinque o sei volte il tour delle stradine e deli sensi unici che colmano la viabilità della zona! Dopo circa 45 minuti siamo riusciti ad individuare il luogo dell’evento, orfano di parcheggio (meno male) e già abbastanza ricco di gente.
Un altro piccolo dettaglio andava però analizzato: la fame epica che ci assaliva entrambi! Ci siamo messi così alla ricerca di una pizzeria, una qualunque, la più vicina e che avesse magari posti liberi vista l’ora e visto che era Sabato sera. Ne troviamo una, l’unica, anche abbastanza vicino e questa fatidica scoperta viene accolta con la pioggia che, negli ultimi giorni, aveva accompagnato gran parte delle giornate.
Bisogno di Oppido
E’ un po’ che non ci vado nel mio amato borgo lucano ma non posso fare a meno di ripensare allo stato d’animo che mi ha sempre accompagnato nelle prime curve che da Oppido portano verso Cancellara, quell’Oceano di emozioni che accalorano la mia mente ed il mio cuore ogni volta che mi lascio alle spalle il velodromo!
Tra i ciottoli dei suoi vicoli, tra i sorrisi della gente e le sfumature dei loro coloriti dialetti, tra i sacchi di “sfarinato” ed il tintinnio dei bicchieri ricolmi di Aglianico ho lasciato gran parte della mia nobiltà. L’ho volutamente nascosta in quel paesino fantasma a ridosso del “mondo”, dove sono certo di poterla ritrovare intatta, forse addirittura arricchita dalle persone che so per certo me l’hanno curata ogni giorno come parte del proprio essere.
Ho bisogno di guardare negli occhi Giuliano ed ascoltando le sue finte profezie perdermi in quelli che sono i desideri degli istinti più reconditi di ogni Uomo. Giulio è uno dei pochi che non ha paura di parlare dell’Amore. Lo fa sorridendo, come ogni cosa che fa.
Ho bisogno di andare al Bar Italia da Rocco e la sua equipe di discepoli, dal Traditore alla Pia Vittoria e lì tentare di cambiare il mondo e le sorti di chi è costretto a strappare con i denti quanto la Vita può dare in un posto come Oppido.
Ho bisogno di uscire dal Bar Italia ed andare da Donatello, Giulia e la Piccola… che forse ormai sarà già diventata grande, troppo grande per non offendersi nel sentirsi chiamare “piccola”. Lì godrò della ritrovata ragione del Ragno, lo stesso che aveva provato a tenersi stretta la schiavitù per non rischiare d’essere Libero!
Abbi tu dini
Una delle cose che la vita da adulti tende sempre a far scivolare via sono le passioni che ci hanno accompagnato e tenuto compagnia nella nostra “beata” gioventù! Credo che più di tutte le cose e le sostanze che indubbiamente hanno segnato la mia adolescenza la musica sia certamente quella che mi è stata più vicina durante le fasi salienti della mia formazione umana.
Lo stereo si è sempre svegliato prima di me fin dai tempi della scuola ed è sempre stato lì ad osservarmi mentre mi lasciavo rapire da Morfeo nel fumo spesso delle mie sigarette fatte a mano che si fermava a mezz’aria nella mia stanzetta di gioventù. Su un’anta del mio armadio c’era Sid Vicious e di fronte a lui un piccolo Marshall, una chitarra elettrica ed una classica, la mia prima chitarra comprata con i risparmi delle paghette settimanali ai tempi delle scuole medie. Sid per un decennio ha fatto la guardia alle mie due cincubine, ed io per lui ho tentato di farle parlare una lingua quanto più comprensibile possibile.
A differenza di quello che pensano in molti comprai la mia prima chitarra per poter avere qualcuno (o qualcosa) con cui parlare e confidarmi. Sapevo benissimo che non avrei “cuccato” neppure se avessi imparato a suonare la chitarra perchè, a dirla tutta, avevo ben altri problemi ai tempi dell’adolescenza, problemi che, apparentemente, avevo solo io.