D’altra parte

D’altra parte

Mi è sempre piaciuto pensare che quello che viviamo, quello che ci si presenta davanti, non sia per caso, e non mi riferisco al Tutto, al fato o a chissà quale altra umanamente inspiegabile fonte. Ho sempre creduto che uomini come me si celassero dietro le quinte del mondo, operose figure dedite al rispetto di un copione già scritto da un autore eccellente. Questi compongono e disfano scenografie, ingaggiano e collocano attori e comparse disseminandoli perfettamente nello spazio vasto che forse attraversiamo durante la nostra vita la quale è a sua volta tassello di un copione a noi sconosciuto e così ci ritroviamo, a nostra insaputa, ad essere protagonisti e comparse di una storia che non abbiamo nè scelto nè mai letto. Il Vesuvio, qui dietro di me, forse non è altro che una enorme installazione mobile creata per addurre quel senso di fatalità alle migliaia di personaggi che per gran parte della giornata vi recitano sotto la sua ombra. Ma quando gli occhi si girano dall’altra parte esso scompare per cedere il posto ad un deserto o magari ad una metropoli futurista abitata da esseri alati.

Difatti crediamo quasi esclusivamente a ciò che vediamo ed a ciò che ci stimola e proprio gli stimoli sono facilmente manipolabili se, senza saperlo, ci ritroviamo immersi in un mondo costruito affinchè li generi. Gli occhi! Quelli sono senza dubbio il mare in cui è più facile immergersi e perdersi, e non esiste altra parte o direzione perchè ovunque gireremo lo sguardo crederemo con fede suprema a quello che gli occhi confideranno alla mente. La vista è forse il senso più bugiardo che possediamo eppure lo riteniamo indispensabile, quello a cui mai potremo rinunciare. D’altra parte è risaputo che l’uomo vive di sogni e di desideri irrealizzabili su cui fondare gli sforzi della propria esistenza. D’altra parte, forse, sono proprio gli occhi il ventre che genera i sogni. Sarà forse per questo che, per quelli come me, chiuderli per quelle poche ore ogni notte equivale a smettere di sognare! E quando ti trovi dinanzi un panorama, la vita, uno sguardo o anche solo un caldo bagliore che devasta le forme di ogni cosa rendendo vana e surreale la realtà e ti senti abbracciato dal nulla più etereo ed assapori serenità ed impotenza mista ad una consapevole leggerezza, allora capisci che i sogni forse sono proprio così: attimi in cui devi solo decidere se subire gli eventi godendo o agire tramutandoli in incubi. D’altra parte quasi tutti credono che si sogni solo durante il sonno per cui essi, i sogni, non possono che essere figli dell’ozio e dell’immobilità. Ma quando immobili si resta di fronte a spettacoli eccezionali che la nostra mente mai avrebbe potuto immaginare, quando vedi Napoli e le sue luci riflettersi nel porto, quando gli occhi che hai di fronte ti sembrano profondi fino ad arrivare nel centro della Terra e non pui fare a meno di venirne fuori, quando incroci la miseria nel sorriso di un bambino, quando chiudi gli occhi ed il sole ti riscalda la faccia, quando le foglie calpestate recitano una sinfonia al tuo passaggio, quando le onde del mare sembrano regolare il battito del tuo cuore e per ogni flutto che si schianta sugli scogli una certezza diventa improvvisamente un dubbio o peggio ancora un errore, quando ciò accade a me piace pensare che anche quello sia un sogno, magari da dimenticare appena mi riaddormenterò.

2 commenti

E così però hai scelto l’ineluttabilità del destino anziché l’auto-determinazione: illudersi di tutto per non illudersi di niente.

Illudesri della realtà e disilludersi dai sogni… sì… forse una chiave di lettura piuttosto esatta.

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