Questa primavera Londra rende omaggio a un maestro della fotografia, James Barnor. Al novantunenne artista ghanese la Serpentine Gallery dedica infatti un’importante retrospettiva, che abbraccia sessant’anni di una carriera a cavallo tra due continenti, espressa in una poliedricità visiva che spazia dal ritratto in studio al fotogiornalismo, dai lavori su commissione a quelli di commento sociale.

“Mike Eghan (BBC Africa service presenter) at Piccadilly Circus, London”, 1967. Fotografia di James Barnor.
“Mike Eghan (BBC Africa service presenter) at Piccadilly Circus, London”, 1967. Fotografia di James Barnor.

A prendere parte a James Barnor: Accra/London – A Retrospective, la Serpentine ha chiamato Ferdinando Verderi, direttore creativo di Vogue Italia, che ha ideato una videoinstallazione focalizzata sul lavoro di Barnor nella Londra degli anni Sessanta. L’opera, grazie alla collaborazione dell’istituzione londinese con l’emergente piattaforma artistica CIRCA, dal primo al dieci aprile, alle ore 20:21, verrà proiettata sullo schermo gigante di Piccadilly Circus. Un video il cui finale contiene una sorpresa: una foto realizzata da Barnor a Piccadilly nel 1967 si “trasforma” infatti nella sua versione attualizzata, e diventa una delle cover di questo mese. L’immagine è stata infatti scattata nello stesso luogo e nella stessa posa di cinquant’anni fa. Protagonista della versione odierna, Adwoa Aboah, la modella inglese di padre ghanese che è il simbolo di una nuova generazione anglosassone.

Stampata in tiratura limitata di 2021 copie, questa copertina – la prima di Barnor per Vogue Italia – sarà poi replicata su poster sparsi per la città, a richiamare l’attenzione sulla mostra della Serpentine e su un leggendario testimone dell’arte africana.

In apertura Adwoa Aboah in una delle cover di questo numero scattata da James Barnor nella stessa posa e nello stesso luogo in cui venne ritratto Mike Eghan. Giacca a portafoglio e minigonna di lana e cupro, Maximilian; stivali, Sanders & Sanders. Sittings editor, Flora Huddart.