C’era una volta

C’era una volta

C’era una volta. Generalmente le favole iniziano così, invece stavolta quel “c’era una volta” sancisce la fine di una favola: IL SUD! Quella parte di Italia che per secoli, mentre il Nord si frammentava in pezzetti sempre più piccoli, è stato il Regno Delle Due Sicilie, Il Regno Di Napoli, vivevano esseri geneticamente filosofici. L’evoluzione di Darwin ed il clima mite aveva fatto sì che quegli uomini potessero sviluppare in gene della felicità. La felicità si tramandava così da generazione in generazione e tutti vivevano tranquilli, traendo sostentamento dall’agricoltura, dal lavoro nei campi, dall’allevamento e dall’ozio dei ricchi che, attratti dalle magnificanze naturali unitamente al clima, non disdegnavano di trascorrere al SUD le proprie vacanze o addirittura l’intera vita. Perfino il Re di Spagna lasciò la sua terra natìa per trasferirsi a Napoli.

Doveva essere proprio un Paradiso quel Sud dell’Italia!

Già i Romani avevano scoperto l’estasiante bellezza di quei luoghi, al punto che a Pompei bordelli e ville di ricchi romani abbondavano. La vita trascorreva tranquilla, nel tepore delle giornate di tanti secoli fa, e la sera tra vino e delizie si ororavano le divinità di Bacco ed Afrodite. Il razzismo non esisteva, quello più simile era definito dalle “caste” ovvero dalla consapevolezza e l’ufficializzazione che non tutti erano uguali. C’erano i ricchi, i potenti, i poveri e gli schiavi!

Tutto come oggi insomma, ma ai tempi erano cose chiare, note e definite per iscritto. Uno schiavo non poteva fare niente o quasi. Un ricco poteva comprare tutto o quasi. Un potente poteva decidere tutto o quasi. Ancora tutto uguale a oggi, non fosse altro che oggi molti di quei “quasi” non ci sono più.

Nel tempo le cose cambiarono dapprima pian piano, con quel ritmo lento che per secoli aveva caratterizzato lo scorrere della vita al SUD, ed i popoli meridionali, per natura pacifisti, lasciarono che chiunque arrivasse potesse trovare il migliore dei benvenuti. Orde di conquistatori più e più volte erano arrivati alle porte campane con spade insanguinate a cavallo dei propri destrieri ma lì, a differenza degli altri luoghi fino ad allora conquistati con freddezza e sangue, trovarono genti sorridenti e pronte a cedere tutto ciò che di materiale avevano per dare ai nuovi ospiti la prima dose di felicità!

“Dateci le vostre mogli” dicevano i guerrieri! E si apprezzava la schiettezza che queste nuove genti avevano nel dire ciò che molti altri da sempre pensavano ma non avevano mai avuto il coraggio di dire in faccia!

“Dateci i frutti delle vostre terre” dicevano i guerrieri! Ed era come cambiare l’indirizzo della spedizione della merce raccolta nei campi. Il raccolto non era, e continuava a non essere, ad esclusivo appannaggio dei braccianti!

“Da oggi le vostre case diventeranno le nostre case” dicevano i guerrieri! E finalmente la volgia di socializzare, di scoprire nuove usanze veniva appagata dai nuovi ospiti!

 

La sconvolgente tranquillità e pacatezza con cui il Sud ha sempre accolto i nuovi conquistatori ha fatto sì che quest’area dell’Italia divenisse sempre più la culla della felicità! Lo compresero i Greci, i Romani, i Barbai, gli Spagnoli, i Francesi ed infine… gli italiano stessi!

Come in tutte le cose, forse per eccesso di esterofilia, gli italiani che invasero il Sud lo fecero non con l’intento di accrescere le proprie conoscenze e la loro felicità. Non vennero al Sud per godere di tutto ciò che questa parte dell’Italia poteva offrire ma vennero con l’intento di decurtare la felicità dei popoli fino a costringerli a diventare come loro! I nuovi conquistatori portarono materialismo, industria, business, nuovi sconosciuti miraggi che avrebbero portato felicità, ma non la felicità che il Sud era abituato a condividere da secoli e secoli, ma una nuova forma di felicità fatta di ipocrisie e possesso materiale di cose ed uomini.

Fu proprio in questi anni che cominciarono ad eliminarsi molti di quei “quasi” con lo specchio per allodole della ricchezza materiale fatta di monete e possedimenti e potere. Fu così che velocemente, non più pian piano, il Sud cadde in un baratro di infelicità. I semafori cominciavano ad apparire con i tre elementari colori che avevano il dono e l’onnipotenza di comandare il buon senso dei guidatori. Cominciarono ad apparire le industrie, dove poter lavorare per guadagnare soldi da spendere, poi, per andare a cena fuori, a mangiare ciò che per secoli si era coltivato nel proprio orto. Addirittura la Terra stessa divenne un business. Le spiaggie e le montagne furono rese strumento di “lavoro”. Bisognava lavorare per potersi permettere di andare al mare in Agosto o per trascorrere una giornata distesi su di un prato accanto al fiume. Insomma, tutte le cose che prima erano “naturali” fonti della vecchia felicità cominciarono ad essere lussi da poter spendere solo in cambio di una schiavitù più o meno dura. E pian piano tutti divennero schiavi di tutti, il contadino schiavo del venditore di ortaggi, l’operaio schiavo del benzinaio, il farmacista schiavo del ristoratore, il Re schiavo del popolo!

E velocissimamente le macchine erano costrette a fermarsi ai semafori quando erano rossi, i popoli indossavano la cintura di sicurezza per poter correre a 200 all’ora sulle nuove autostrade velocissime, i treni percorrevano chilometri e chilometri in meno di un’ora, gli aerei trasportavano anime da un capo all’altro del mondo in tempi sconcertanti! Nessuno parcheggiava più in doppia fila ed i clacson cominciavano ad essere usati non più per salutare la gente ma per intimare di sbrigarsi a chi era troppo lento, a chi impediva che azioni e reazioni si potessero susseguire in meno di un battito cardiaco!

E si arriva ad oggi dove tutti, anche al Sud, vanno di fretta. Le ore sono scandite dal tintinnio dei soldi e dei traguardi. Si parte e si arriva alla velocità della luce e le decisioni vengono prese all’istante sulla base della propria convenienza! Al Sud, come al Nord, si accendono i fari delle macchine anche di giorno, sotto il sol leone. Ma al Sud non c’è la nebbia! Al Sud non esiste il pericolo di “non vedere” l’altro veicolo! Ma il popolo del Sud conserva ancora il suo codice genetico, modificato nel tempo, ma ancora con quei due o tre cromosomi della Felicità che attendono impazienti di diffondersi! E’ per questo che il Sud decide di accontentare i nuovi conquistatori del Nord. E’ per questo che, visto che al Sud non ci saranno mai le industrie, delle indistrie ci prendiamo solo i rifiuti pericolosi. E’ per questo che, visto che al Sud non ci sarà mai la nebbia, accendiamo comunque i fari delle nostre macchine e spendiamo patrimoni in lampadine. E’ per questo che al Sud rispettiamo semafori e segnaletia stradale anche se lo stato delle strade impedisce di superare i 40 chimoletri all’ora.

Il Sud continua ad accontentare tutti perchè sa di avere nel proprio cuore il seme della vera ed antica Felicità!

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