La teoria del Vesuvio
Non è cosa rara che, quando qualcuno viene a trovarmi mi chieda: “Ma non hai paura del Vesuvio?”. Il Vulcano Vesuvio abita a circa tre chilometri in linea d’aria da me, e quando vivevo ancora a casa di mia madre era ancora più vicino! Nella casa materna la finestra della mia stanza dava proprio sul Vesuvio che, ogni mattina, mi salutava entrando a stento nella finestra! Oggi, invece, mi saluta dal balcone, riesco a vederlo ampiamente anche col suo compagno di merende, il Monte Somma, alla sua sinistra!
Ma volendo rientrare nel discorso ho sempre risposto: “NO! Per me è sempre esistito, sta lì da sempre e, se non fossi stato tu a ricordarmelo, mi sarei anche dimenticato di fartelo vedere!”. Tralasciando la comune abitudine a non valorizzare ciò che abbiamo vicino in quelle circostanze che, ripeto, più e più volte si sono ripetute nella mia vita, mi sono sempre reso conto di come il Vesuvio, o un’entità che potenzialmente potrebbe distruggere in un sol colpo milioni di vite, possa destare sospetti e paura in chi non l’ha avuto accanto dalla nascita!
Questo “dato di fatto” credo si ripercuota anche sull’anima e sull’indole di chi, come me, vive all’ombra del Vesuvio da anni o decenni. In definitiva credo che l’anima di chi convive col Vesuvio sia abituata, o forse rassegnata, all’onnipotenza altrui ragion per cui la forma mentale, l’approccio alle credenze ed al sovrannaturale trova ampio spazio nelle vite vesuviane, dalla magia alla cabala, dalla religione all’esoterismo, dalle adorazioni alla scaramanzia.