“Kathmandu, la capitale del Nepal, sorge in una valle circondata dalle montagne dell’Himalaya. Nel cuore dei labirintici vicoli della città vecchia si apre piazza Durbar, affollatissima durante lo Indra Jatra, una celebrazione religiosa caratterizzata da danze in maschera.” – Google

Prima di attraversare il Nepal in auto siamo rimasti qualche giorno a Kathmandu per visitare la valle ed assaporarne i colori. Girare senza una meta precisa a Kathmandu equivale ad incontrare alcuni lati di sé stessi, è come se la parte spirituale più profonda di noi abbracciasse quella blasfema in una danza dai sapori Masala, mistura sconosciuta di radici e spezie.

SORRISI, quelli sono gratis ovunque si vada, che sia un quartiere povero, in un tempio o in un ristorante frettolosamente organizzato per strada dagli instancabili nepalesi che divorano ogni angolo del loro piccolo e sconosciuto paradiso. Un milione e mezzo di persone ammassati tra case e simboli religiosi, quasi a confondersi gli uni con gli altri, in un turbinio di simboli e colori accecanti avviluppati in un brusio di lingue sconosciute di fondo e di profumi di spezie.

Kathmandu è quel posto del mondo dove bambine di pochi anni dagli occhioni neri vengono truccate e vestite come principesse nella speranza di poter essere accolte nella dimora del Re, è quella Terra in cui le montagne danzano con gli umani ed il rispetto abbonda in ogni consueto gesto quotidiano. Kathmandu è quell’angolo di Terra dove ognuno può sentirsi a casa e dove il concetto di casa si mischia con quello di Natura e di Mondo in un tutt’uno di consapevolezza, umanità e Vita.