Basquiat e i Brooklyn Nets, quando lo sport celebra l’arte

Basquiat e i Brooklyn Nets, quando lo sport celebra l’arte
Brooklyn Nets Basquiat

Jean-Michel Basquiat si dà… al basket e finisce sulle maglie da gioco della Nba. In occasione dei 60 anni dalla nascita del grande artista newyorchese, a celebrarlo non potevano che essere i Nets, la squadra di Brooklyn, cioè del posto dove Basquiat nacque e dove morì a soli 28 anni. Nel quartiere più popolato di New York (dove nacque anche un certo Michael Jordan, considerato il più grande cestista della storia) l’esponente del graffitismo americano vi nacque il 22 dicembre del 1960 ed è in quella stessa data che i Nets scenderanno in campo per la prima partita della nuova stagione: gli avversari sono i Golden State Warriors e si gioca a Brooklyn, al Barclays Center. Per l’occasione, la società ha pensato a un omaggio come si deve, associando per la prima volta esplicitamente l’arte al basket: è vero che oggi le “jersey” da gioco sono sempre più creative e stilizzate, ma a nessuno era mai venuto in mente di citare un artista e la sua opera. Così, in quella partita, e per il resto della stagione, l’arte di Basquiat comparirà su maglie, pantaloncini e persino sul parquet del Barclays Center.

I richiami sulla maglia sono tre: sul pantaloncino campeggia la riproduzione della figura di “The crown”, la corona che ha dato il nome a una sua famosa opera del 1983 e che compare ricorrentemente in altri lavori; sulla parte frontale della maglia la scritta “Brooklyn Nets” (che diventa “BKLYN NETS”) è chiaramente ispirata allo stile grafico di Basquiat; infine sui lati della maglia (e anche alle estremità del campo da gioco) compare una striscia multi-colorata che richiama i colori più usati dall’artista afroamericano. “L’uniforme 2020-21 City Edition – ha scritto la franchigia sul proprio sito – è ispirata all’arte di Jean-Michel Basquiat. Il nostro obiettivo è dare voce a chi non ha voce, rendendo omaggio ai grandi e ringraziando coloro che hanno rappresentato Brooklyn e tutto ciò che ha da offrire”. Per la sua carriera fulgida, in una vita troppo breve (morì per overdose di eroina), Basquiat è stato soprannominato “il James Dean dell’arte moderna”: fu molto amico di Andy Warhol e Keith Haring, che morì appena due anni dopo, di AIDS.

Che l’arte di Basquiat possa anche portare fortuna ai Nets, una squadra che non ha mai vinto il titolo Nba ed è da sempre considerata una cenerentola? Questo non è dato sapersi, ma intanto l’operazione di immagine è riuscita. La nuova divisa è considerata dall’opinione pubblica tra le più belle di sempre e questo sta portando “hype” sulla franchigia, che quest’anno è anche particolarmente competitiva: sotto la guida del nuovo coach, l’esordiente Steve Nash (un campionissimo da giocatore, la mossa ricorda un po’ quella della Juve con Pirlo), ci sono infatti due superstar del calibro di Kyrie Irving e Kevin Durant.

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