Consumismo e fede nelle opere di Thomas Bayrle alla Pinacoteca Agnelli di Torino

Consumismo e fede nelle opere di Thomas Bayrle alla Pinacoteca Agnelli di Torino

Un titolo che per gli appassionati di Thomas Bayrle risuona famigliare, Form Form SuperForm alla Pinacoteca Agnelli di Torino a cura di Sarah Cosulich e Saim Demircan, riprende le celebri “superforme” dell’artista.

Complessi pattern realizzati da Bayrle a partire dalla ripetizione di unità, di persone, prodotti o meccanismi, con cui negli anni Sessanta ha anticipato il linguaggio digitale del pixel. È proprio attraverso questi pattern che l’artista è stato capace di mettere in relazione la religione con il consumismo, la fabbrica fordista con le chiese gotiche, il capitalismo con Mao Tse Tung, i processi del corpo umano con i pistoni dei motori, le autostrade con i flussi finanziari. E lo fa molto bene.

Thomas Bayrle

Una ricerca che è ovviamente in stretta connessione con la sede che ospita il progetto, ovvero l’ex fabbrica FIAT del Lingotto, seguendo una fascinazione che già dagli anni Settanta ha portato Bayrle a guardare alla Fiat come fonte d’ispirazione per il suo lavoro.

Nello sguardo dell’artista, la modernità della fabbrica di automobili FIAT riecheggia con la costruzione di icone e desideri nella società del consumo, ma anche con le dinamiche produttive che dal dopoguerra hanno dato forma al mondo di oggi.

Thomas Bayrle, ML (Marxistisch-Leninistische Cowboys), 1968_2009

La generazione di Bayrle è quella della Germania del dopoguerra, in cui osserva i processi di trasformazione della società evidenziando nelle sue opere il rapporto di interdipendenza tra azione individuale e collettiva. I suoi lavori, nonostante siano nati in un periodo in cui si diffondeva prima la Pop Art, poi l’Op Art, fino al concettuale, hanno sempre portato avanti uno stile autonomo e al di fuori di ogni classificazione.

Il filo conduttore tra le sue opere sono gli immaginari ironici e pop e la sperimentazione di media, materiali e tecniche diverse da loro. L’inizio di questo interesse per l’industriale si ritrova nella biografia di Bayrle, con le sue prime esperienze lavorative come tessitore industriale in cui riconosce il principio della ripetizione come fondamentale chiave di lettura delle dinamiche che coinvolgono l’individuo e il suo agire.

Thomas Bayrle

Il percorso che tratta tematiche come consumismo, la produzione il serie unite a potere, economai e fede, si sviluppa nelle sale del terzo piano dela Pinacoteca Agnelli, accogliendo più di 90 opere. Il visitatore viene accolto nella prima sala all’interno del cuore pulsante della mostra. Un concerto per macchine e pistoni dove la ripetizione della produzione industriale si fonde con musica e spiritualità avvolgendoci in una quinta con la riproduzione modulare del logo Chrysler che vede in scena motori Ford, Volkswagen e Citroën guidati da un tergicristallo Audi come direttore d’orchestra.

Thomas Bayrle

Il lavoro di Bayrle ritorna spesso sul tema dell’iconografia religiosa, reinterpretandone i soggetti classici in una chiave contemporanea, alla luce di cambiamenti economici e speciali. Una delle stanze più interessanti è proprio quella di  Modern Icons, dove ci accoglie una Madonna con Bambino composta da immagini di automobili Mercedes ripetute e distorte che evidenzia quella connessione profonda tra spiritualità e seduzione, icona e status symbol, fede e consumismo. I battistrada di tre pneumatici sono appesi alla parete, incisi con tante piccole croci, raccontandoci la presenta di una sacralità anche nelle tracce lasciate dal progresso e dal movimento dell’uomo.

Image ID: 32804
Artist: Bayrle, Thomas,1937-
Imagetitle: Madonna Mercedes. 1989
Dimensions: 198,0 x 146,0 cm
Technic: Fotokopie,Collage und Farbe auf Holz
Location: Städel Museum, Frankfurt am Main,
Eigentum des Städelschen Museums-Verein e.V.
Photographer: © Städel Museum – ARTOTHEK
oeuvre: © VG Bild-Kunst Bonn

Si giunge così fino all’ultima stanza, Mao and the Machine, dove è presentato uno di quadri pionieristici realizzati da Baryle negli anni Settanta in cui incrocia meccanicamente due imamgini dipinte in un opera dedicata ai processi di trasformazione della società cinese. Un coreografia di propaganda orchestrata da Mao in cui flotte di persone si muovono all’unisono.

Un dialogo, quello che nasce tra le opere che esce dagli spazi del terzo piano della Pinacoteca e arriva sull’iconica pista 500. La grande scultura che svetta in cima al monumentale edificio si intitola Flamingo (2023) ed è un grande modulo stradale che richiama i circuiti dei nastri trasportatori che si intrecciano così visivamente alla catena alpina sullo sfondo.

Thomas Bayrle

Una mostra che si inserisce nella programmazione artistica di Pinacoteca, che ha un obiettivo: aprire nuove letture della storia dell’arte in relazione alle pratiche artistiche contemporanee. E come vuole farlo? Attraverso progetti monografici di artiste e artisti contemporanei focalizzati su percorsi transtorici e multigenerazionali.

Thomas Bayrle

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