Ermetismo è il titolo del servizio di Luca Campri per il numero di maggio di Vogue Italia. Lo styling è stato affidato a Francesca Ragazzi

Ecco alcuni scatti tratti dallo shooting.

Puffed blazer di seta, Yali; top brassière doppiato di cotone naturale, Intimissimi; pantaloni di cotone e lino, Marco Rambaldi; stivali Eki di pelle, Camperlab.

Luca Campri

Abito di tulle fatto a mano con inserti in pizzo macramé, Les Copains.

Luca Campri

Spolverino di tessuto tecnico iridescente, Diego M; gonna di maglia a frange geometriche, Aviù; mocassini di pelle, Church’s.

Luca Campri

Crediti moda:
Photography by Luca Campri
Styling by Francesca Ragazzi
Model: Amrit @ Special Beauties
Hair Astor Hoxha, make-up Giulia Cigarini, entrambi @ Close Up Milano
On set Take Off Production
Si ringraziano Palazzo Dalla Rosa Prati per l’ospitalità, e il Complesso Monumentale Della Pilotta di Parma, di cui qui sotto si racconta la storia e la nuova progettualità.

Arte, teatro e altre meraviglie. Più che un museo, la Pilotta di Parma (in cui sono ambientate le foto delle pagine precedenti) è un insieme di conoscenze e valori unico al mondo, oggi oggetto di una ambiziosa riqualificazione

Erano già sette a gennaio, oggi sono saliti a dieci i cantieri aperti contemporaneamente nel celebre Complesso Monumentale della Pilotta a Parma, che accoglie una summa pressoché unica di luoghi d’arte e cultura: la Galleria Nazionale, il Teatro Farnese, il Museo Archeologico, la Biblioteca Palatina, il Museo Bodoniano. I lavori dovrebbero concludersi entro fine anno trasformando l’insieme di edifici posto al centro della città da «fortino chiuso di sapere per pochi», come spiegava in una recente intervista il direttore Simone Verde, in una «piattaforma di condivisione». Scopo di questo progetto lanciato nel 2017 e mai fermatosi è restituire una struttura unitaria e organica alle diverse istituzioni culturali presenti, rendendo la Pilotta un polo museale di valore internazionale.

La Biblioteca Palatina. Librerie settecentesche disegnate da Ennemond Alexandre Petitot nella Galleria Petitot.

FOTO LUCA CAMPRI.

È un ritorno alle origini – «Tutti insieme rappresentano una delle rarissime sopravvivenze di un’operazione che ha portato alla nascita di un museo come lo concepiamo oggi», spiegava ancora Verde –, che punta al futuro perché le collezioni dei duchi di Parma vennero infatti disperse dal 1734, da quando cioè, estintasi la dinastia Farnese, il primo duca Borbone spostò la sua residenza a Napoli portando con sé tutto il patrimonio farnesiano. E i successivi due secoli di avvenimenti/sconvolgimenti storici che hanno sì portato all’incremento nel Complesso Monumentale delle istituzioni culturali, hanno però generato spostamenti e riallestimenti che non hanno semplificato le cose. Necessario è dunque recuperare il senso delle origini storiche delle collezioni parmensi, le loro interconnessioni, così come i rapporti con gli edifici in cui ora sono raccolte.

La volta cassettonata del Salone Maria Luigia (part.) con uno degli ottagoni di Giovanni Gaibazzi.

FOTO LUCA CAMPRI.

E c’è di più, perché restituzione degli spazi, interni ed esterni, significa anche eliminare interventi architettonici passati spesso sporadici o fuori contesto, e risanare, meglio riqualificare, i dintorni della Pilotta dal profondo degrado, anche sociale, che da troppi anni li sta segnando. Esempio illuminante, oltre all’installazione permanente realizzata da Maurizio Nannucci per il cortile principale della Pilotta – 190 metri di neon per dare nuova luce a un patrimonio inestimabile –, è il cantiere per la chiusura del portico aperto ai primi Novecento verso piazza Ghiaia, che sottrae lo spazio al buio e al malcostume per ridargli l’originaria forma a tre navate. Lavori (e riorganizzazione) in corso anche a livello culturale, con tre nuovi istituti in fase di realizzazione. A un Centro di documentazione interno che unificherà in un unico spazio le tante risorse bibliografiche accumulatesi nel tempo a servizio degli studiosi degli istituti del Complesso Monumentale segue la creazione di un archivio storico centrale e di un Gabinetto di disegni e stampe nella Biblioteca Palatina. A segnare la fine dei lavori e la ripartenza della Pilotta sarà una grande mostra sui Farnese, un ritorno alle origini che, simbolismi a parte, vuole essere la riaffermazione dei valori sopra storici della cultura e della bellezza.

Nella Sala Dante, affreschi a encausto di Francesco Scaramuzza con la figura di Caronte.

FOTO LUCA CAMPRI.

Sfogliate il servizio sul numero di maggio di Vogue Italia, in edicola dal 5 maggio

Per abbonarti a Vogue Italia, clicca qui