E facciamo come se fosse Natale, quel giorno in cui si aspettava di incontrarsi coi cugini per giocare insieme, per costringere i grandi ad annoiarsi con la Tombola della vigilia nell’attesa che il Bambino trovasse posto nel presepe. Sì! Facciamo come se oggi fosse proprio Natale, circondati dalle persone che oggi non ci sono o non ci sono più e non solo oggi, facciamo che il vino che macchia la tovaglia rossa è la goccia che fa traboccare un vaso pieno di risate soffocate per un anno intero di lavoro e privazioni. Facciamo come se sotto al tavolo ci fosse un braciere di rame annerito con dentro dei carboni accesi e di tanto in tanto qualcuno ci metta dentro una scorza di mandarino per profumare l’ambiente saturo del tanfo di frittura. Facciamo che zio Pasquale avesse portato le carte del Mercante in Fiera di Iacovitti che piacevano solo a me.
Facciamo come se fosse Natale, proprio quel Natale lì, quando è vero che Babbo Natale non esiste perché me l’ha confidato mio cugino più grande ma forse si sbaglia, sicuramente si sbaglia, ma non posso contraddirlo: lui è più grande di me.
Facciamo come se fosse Natale, la Festa di Natale. Facciamo che il peso delle mancanze non ci appartenga, oggi che mancano anche quelli che non sarebbero mancati se la legge l’avesse consentito. Facciamo che l’uggioso clima di Dicembre non spolveri di malinconia quello che da bambini era la festa più bella dell’anno.
Facciamo come se fosse Natale, proprio quel Natale lì, quello di cui ricordiamo tutto, ma proprio tutto, nonostante siano passati decenni.
Facciamo come se oggi fosse proprio Natale!