Firenze, l’arte superpop di Gianpiero D’Alessandro in beneficienza all’Istituto degli Innocenti

Firenze, l’arte superpop di Gianpiero D’Alessandro in beneficienza all’Istituto degli Innocenti

Teddy Christmas Cocktail: l’evento si terrà il 15 dicembre alle ore 19 in pieno clima natalizio. A cura di Luca Cantore D’Amore, l’Hotel Savoy di Firenze ospita diverse miniserie di grafiche, decorazioni e opere di Gianpiero D’Alessandro, designer, artista e grafico che ha svolto collaborazioni per brand e personaggi dello star system come Snoop Dogg, Justin Bieber, Dolce & Gabbana e Netflix. L’artista ha deciso di prestarsi al progetto con finalità benefica: le opere esposte in mostra, infatti, sono in vendita e il ricavato sarà devoluto interamente alla Fondazione Istituto degli Innocenti di Firenze.

«La cosa incredibile di Gianpiero D’Alessandro – commenta Luca Cantore D’Amore –  è che produce un’arte che sembra non ispirarsi a nulla e, come tutte le cose sincere e pure, fuoriesce come da un cartone animato coniugando la fantasia e la realtà con frammenti di bellezza e armonia estetica. D’Alessandro produce qualcosa che proviene da un mondo elastico che fa quasi simpatia, pur non perdendo quella patina di dramma che appartiene originariamente alla pop art che viene tradotta in un bagliore di speranza, fiducia per coloro i quali possono avvicinarsi all’arte attraverso un codice, un linguaggio non elementare ma sicuramente più semplice, inteso come accessibile. Le corde estetiche che Gianpiero D’Alessandro tocca sono quelle che smuovono il fanciullo, l’età della spensieratezza. Lui è un artista pop nel senso di popolare, ovvero che si rivolge al popolo attraverso tematiche comuni che vengono affrontate con un punto di vista alternativo: cibo, amore, sentimenti, stati d’animo. L’arte è sempre stata percepita come inarrivabile, come vestita da una patina di inaccessibilità».

Le opere artistiche di D’Alessandro comprendono quelle natalizie in cui c’è anche il noto Teddy Bear (Love is in the Bear), l’iconico orsetto che ha affascinato diversi personaggi di Hollywood. Ma ci sono anche opere  d’arte con richiamo alla gastronomia, che lo riportano al suo luogo di origine che è Napoli, e opere che rappresentano l’amore con le sue varie sfaccettature: per se stessi o per gli altri.

Gianpiero D’Alessandro, Ssssselfie, 97×97 centimetri, stampa su plexiglass ©Catalogo opere Hotel Savoy

Nell’opera Ssssselfie, Medusa viene rivista in chiave moderna, truccata, messa in posa, intenta a immortalarsi assieme ai suoi serpenti: da qui il nome che richiama appunto il sibilo dell’animale associato a un quadro della società odierna e all’utilizzo smodato dei social network.

Gianpiero D’Alessandro, Love hurts you, 70×100 centimetri, stampa su tela ©Catalogo opere Hotel Savoy

 In Love hurts you il palloncino, nonostante le numerose punture ricevute dalle spine del suo amato cactus, torna imperterrito tra le braccia di chi gli ha fatto del male. Talvolta è difficile andare contro a ciò che si ama, anche se quella cosa ha provocato delle ferite.

Gianpiero D’Alessandro, Burning love, 50×70 centimetri, stampa su tela ©Catalogo opere Hotel Savoy

I rapporti in cui la passione e il sentimento ardono troppo soltanto per una sola persona spesso finiscono male, ciò lo si vede bene nell’opera artistica di D’Alessandro dal titolo Burning love. I rapporti passionevoli finiscono per bruciarci e renderci cenere tra le braccia della persona amata.

Gianpiero D’Alessandro, Love is in the air, stampa su plexiglass, 30×40 centimetri  © Catalogo opere Hotel Savoy

L’amore si fonde in un solo corpo in Love is in the air: due anime distinte che, grazie all’amore, coesistono nella leggerezza riuscendo insieme a volare ancora più lontano. L’opera è composta da tre momenti diversi: le prime due immagini mostrano dei palloncini che volano nell’aria, nella terza immagine i palloncini si incontrano dando vita all’amore.

Gianpiero D’Alessandro, Too mouch souce, stampa su tela, 70×100 centimetri ©Catalogo opere Hotel Savoy

Le origini napoletane dell’arista danno vita a questa pizza in tela denominata Too mouch souce. L’opera, da come si intuisce, richiama la nota pizza Margherita.

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