Il lavoro del curatore d’arte: un’intervista al femminile

Il lavoro del curatore d’arte: un’intervista al femminile

Il lavoro del curatore d’arte a volte viene percepito in modo molto particolare, quasi fosse coperto da un alone di mistero: si occupa d’arte certo, ma nel concreto qual è il suo ruolo? Gli artisti sono le guest star, ma senza la figura del curatore anche loro rischiano di rimanere fermi: e allora che azioni svolge questa figura?

Il ruolo di questo professionista è di grande responsabilità e riguarda non soltanto la scelta dei contenuti della mostra, ma anche la selezione della location, la predisposizione degli impianti espositivi interni, il budget, il coordinamento dell’allestimento, la promozione dell’evento e la gestione del personale che è impiegato nei vari processi operativi.

Per approfondire questo tema centrale nel mondo dell’arte, ti proponiamo una tripla intervista tutta al femminile: le protagoniste sono le curatrici che hanno fatto parte della giuria di MyHomeGallery Prize e sono Eva Comuzzi, Alice Ginaldi e Caterina Corni.

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Curatore d’arte definizione e incarichi

Come specificato da Wikipedia, il curatore d’arte è un professionista che si occupa di tutti gli aspetti relativi all’organizzazione di un’esposizione artistica. Questo lavoro però non richiede solo la conoscenza del mercato dell’arte, ma anche notevoli capacità organizzative e di problem solving.

In Italia spesso il curatore è un libero professionista, specializzato nel settore dell’arte, e viene coinvolto per la realizzazione di più progetti espositivi; in casi meno frequenti è un dipendente di un ente espositivo. Ma entrando nello specifico, quali sono gli incarichi di un curatore d’arte?

Si occupa di delineare i contenuti della mostra e le opere da esporre; selezionare la location e predisporre l’uso degli spazi espositivi interni o esterni; individuare i fondi di finanziamenti, pubblici o privati, e amministrarli in modo performante; gestire i contatti diretti con sponsor ed eventuali enti patrocinanti della mostra; progettare la campagna marketing o seguire un fornitore diretto che occupa di questa mansione; realizzare il catalogo; coordinare tutte le attività di trasporto, montaggio e allestimento; gestire il personale coinvolto sia nei processi operativi che di organizzazione.

Ma ora lasciamo la parola a tre curatrici esperte che ci raccontano la loro esperienza professionale e umana!

Eva Comuzzi

Eva si definisce una donna volitiva, curiosa e appassionata. Quando le abbiamo posto la fatidica domanda, cioè come ha fatto a trasformare una passione in un lavoro, ci ha confessato che ha sempre voluto fare la curatrice, quindi è venuto da sé. Volontà, determinazione e studio possono trasformare qualsiasi passione in lavoro, inoltre secondo lei è molto importante crederci sempre e sapersi reinventare, soprattutto quando un’esperienza o una fase giungono al termine.

Il lavoro del curatore d’arte è una professione decisamente onnivora, fatta di spostamenti, nuove conoscenze, scoperte, studio continuo. Un lavoro che ti conduce in realtà sfaccettate e visioni spesso antitetiche. Proprio grazie a queste caratteristiche e alla sua precarietà, ha la forza di spingerti sempre un po’ più in là, facendoti vedere diversi punti di vista; insinuandoti il dubbio e mettendoti in dubbio.

lavoro del curatore d'arte

@Eva Comuzzi

Riguardo al panorama artistico contemporaneo, ci ha spiegato che nonostante in Italia ci sia da sempre un grande fermento e vengano inseriti sul mercato artisti sempre più giovani e determinati, da un po’ di tempo a questa parte le strutture portanti e anche la creazione, si sono piano piano devitalizzate. La crisi che stiamo vivendo ha portato spesso anche i più temerari ad adeguarsi ad una rassicurante conformità e la maggior parte delle produzioni sono diventate intercambiabili. Intercambiabilità che sembra essere purtroppo molto sostenuta anche dal sistema dell’arte. Eva invece crede sempre molto nella forza di quei “fiorellini” che si insinuano fra le crepe di un muro o ai bordi di una strada principale e piano piano si radicano e diffondono nell’intero territorio.

Alice Ginaldi

Alice Ginaldi si è immediatamente definita meticolosa, lunatica e curiosa. Parlando del suo lavoro di curatrice ci ha spiegato che in verità l’arte non le permette di mantenersi come vorrebbe, infatti come lavoro principale fa l’insegnante alle scuole superiori; spera però un domani di poterlo fare come impegno unico e sufficientemente remunerativo, anche se l’insegnamento resta comunque un’altra sua passione. Ha iniziato ad avvicinarsi all’arte contemporanea fin da piccola, poi la scelta della facoltà di Storia dell’Arte Contemporanea le ha permesso di accostarsi fattivamente al mestiere di curatrice e al panorama dei giovani artisti.

Secondo lei questo lavoro è fatto di diverse sfaccettature: ritiene fondamentale l’approccio emotivo sia per quanto riguarda le opere che per quel che concerne i rapporti interpersonali che si creano da un lato con gli artisti e i galleristi, dall’altro con il pubblico ed eventuali collezionisti. Di fatto è un lavoro che si adatta bene alla definizione multitasking: un curatore deve essere capace di allestire fisicamente una mostra come di dimostrarsi attento alle novità del panorama artistico, di approcciarsi con gli artisti come di interfacciarsi con enti pubblici, ad esempio.

Secondo lei la situazione artistica italiana vive un momento molto delicato in cui l’eccellenza di molti artisti convive da una parte con la mediocrità “modaiola” di altri colleghi e dall’altro con un sistema economico in crisi.

lavoro del curatore d'arte

@Alice Ginaldi

Caterina Corni

Caterina Corni è una donna curiosa, ribelle e libera: questi sono i tre aggettivi che ha deciso di usare per descriversi. É nata in una famiglia d’arte, suo padre è pittore e scultore ed è stato lui a infonderle questa passione che poi è diventata anche un lavoro. Quando era piccola la meta delle sue vacanze era praticamente quasi sempre la Grecia, che ha visitato in lungo e in largo. Prima c’erano i musei, le rovine, i templi e poi il divertimento al mare…E i fine settimana autunnali si trascorrevano a vedere le mostre. Non l’ha mai ritenuto un peso, anzi lei e suo fratello si divertivano a interpretare le varie opere, soprattutto quelle astratte: per questo motivo non potrebbe immaginare la sua vita e il suo percorso senza queste esperienze.

A proposito del lavoro del curatore d’arte, Caterina è stata molto chiara: è una professione difficile e oggi ci sono moltissimi curatori e se non sei opportunamente “appoggiato” è davvero arduo riuscire a creare un tuo spazio. Però quando realizzi che l’arte è linfa vitale, fai di tutto per non abbandonare questo mondo. Lei infatti si sentirebbe monca se non potesse lavorare con l’arte quotidianamente. Quindi il suo consiglio è di combattere, perché sì a volte sono vere e proprie battaglie, cercando di portare avanti le proprie ricerche e i propri progetti.

lavoro del curatore d'arte

@Caterina Corni

Riguardo il panorama artistico nazionale, ci ha raccontato che in Italia ci sono molti artisti talentuosi, purtroppo però la nostra spiccata esterofilia ci porta a non indagare a fondo quello che il territorio offre.

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Come diventare curatore d’arte: 5 consigli

Dopo aver letto le interviste alle 3 curatrici d’arte risulta chiaro che vivere di questo mestiere non sia facile, ma regali enormi soddisfazioni: ecco quindi quali sono 5 consigli da mettere in pratica per diventare curatore d’arte.

Come prima cosa non bisogna mai smettere di studiare e di essere aggiornati su ciò che riguarda il settore dell’arte e le principali novità. La curiosità è il motore scatenante di questa professione e senza di essa è impossibile farlo come mestiere.

La preparazione e gli studi nel settore dell’arte sono importanti per conoscere questo mondo e quali sono le dinamiche interne che lo animano; per questo può essere utile iscriversi ad un corso di laurea o un master dedicato al management della cultura. L’esperienza sul campo è un altro aspetto che accomuna tutte e 3 le curatrici: fare stage formativi è fondamentale per iniziare a capire come funziona questo lavoro e quali sono tutte le mansioni che coniuga in una sola figura professionale che deve quindi essere multitasking.

Avere doti relazioni è utile per stringere sinergie con artisti, galleristi, sponsor e tutte le figure necessarie alla creazione e costruzione di una mostra e infine essere disposti a spostarsi, sia fisicamente che mentalmente da un contesto all’altro, perché questo lavoro può portare sempre a nuove opportunità sia in Italia che all’estero.

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