Il primo bacio della Storia dell’Arte

Il primo bacio della Storia dell’Arte

Quello che Giotto (Giotto di Bondone, Vicchio 1267 – Firenze 1337) ci racconta con il suo pennello è uno dei baci d’amore più straordinari mai realizzati prima. Ci troviamo agli inizi del Trecento e capirete bene che per il secolo questa fu una scena assolutamente innovativa, considerato il primo bacio della storia dell’arte. È l’immagine capolavoro più famosa del ciclo di affreschi, realizzati all’interno della Cappella degli Scrovegni a Padova, che quasi cinematograficamente illustrano gli episodi della vita di Maria.

I protagonisti sono proprio i genitori della Vergine, Anna e Gioacchino, di cui si parla sempre troppo poco. Un “infelice destino” dovuto al fatto che la loro vicenda deriva unicamente dai testi apocrifi, infatti, nel Vangelo il loro nome non compare mai. I due anziani, dopo una vita vissuta insieme nella correttezza e nell’amore, non avevano generato alcuna prole e per questo erano stati bollati come maledetti da Dio dai rabbini del Tempio.

Anna aveva così perso il suo Gioacchino che, dopo essere stato scacciato dal Tempio, per la vergogna si era allontanato tra i suoi pastori e non aveva fatto più ritorno a casa. Immaginate tutta la tristezza e l’angoscia provata da Anna in quei momenti, rimasta da sola, vedova e con la “colpa” di essere sterile. Passava le sue giornate affliggendosi e pregando, ben presto però un angelo annunciò ad entrambi la nascita miracolosa di un figlio, nonostante la loro età ormai avanzata.

Il primo bacio della Storia dell'Arte
Il saluto di Gioacchino e Sant’Anna (particolare)

L’anzianità dei personaggi non viene dimenticata da Giotto che anzi la sottolinea raffigurandoli con i volti solcati da rughe e un colorito scuro.

Il tenero momento del bacio rappresenta proprio l’istante in cui Gioacchino ritorna a casa, come anticipa il pastore alle sue spalle raffigurato per metà. Anna corre incontro al suo sposo e gli getta le braccia al collo. È un momento di così profonda gioia che i due anziani si lasciano andare ad un bacio sulla bocca, che sembra anche durare a lungo! I due innamorati si avvolgono in un unico abbraccio che unisce anche le loro aureole. Gli occhi si fissano, le labbra si toccano, i visi sembrano compenetrare l’uno nell’altro. Le dita di Anna premono sulla nuca del suo sposo mentre l’altra mano gli accarezza teneramente il viso, Gioacchino ricambia poggiandosi saldamente sulla spalla della donna.

Giotto fa parlare ogni gesto, ogni parte del corpo.

La scena è meglio conosciuta come l’Incontro alla Porta Aurea di Gerusalemme. Sapientemente Giotto, ormai maturo, ha realizzato l’ingresso della città ispirandosi agli antichi archi romani. La Porta, che si credeva fosse dorata, è collocata su un piccolo ponte, stratagemma che permette allo sguardo dello spettatore di posarsi sull’abbraccio della coppia dopo aver osservato le altre figure. Alle spalle di Anna assistono, infatti, alla scena delle donne: sono quattro amiche vestite a festa (le trecce dei capelli simboleggiano la loro condizione di spose) che non trattengono l’entusiasmo. Raffigurate con le bocche semiaperte sembrano esprimere gridi di gioia! Sono felici per la loro amica che abbandona la condizione di vedova, come ci raccontano i Vangeli apocrifi. La vedovanza è proprio rappresentata dalla donna che si trova al centro della scena, coperta da un mantello bruno. Volta le spalle ai coniugi e non partecipa al momento gioioso.

Siamo di fronte ad un immenso capolavoro, non solo per come l’artista è stato in grado – in tempi davvero prematuri – di raccontare una serie di episodi di vita sacra che non avevano alcun modello figurativo di riferimento, ma anche per l’umanità che ha allacciato ai suoi protagonisti. Da ogni sguardo e da ogni gesto raffigurato da Giotto traspare un grande sentimento, che sia dolcezza, dolore, gioia, egli è da considerarsi il pittore dei sentimenti. Giotto è stato in grado di raccontarci un momento così tenero e intimo agli inizi del Trecento.

Nove mesi dopo quel bacio… nacque Maria.

Alejandra Schettino per MIfacciodiCultura

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