“Dieci anni fa, ho ideato la Tel Aviv Fashion Week per promuovere i nostri talenti locali a livello più internazionale. Negli ultimi cinque anni, siamo stati una forza trainante per l’inclusività nella moda, e adesso ci stiamo affacciando al problema più urgente del nostro tempo, la responsabilità ambientale. Abbiamo unito le forze insieme a Kornit – partner della settimana della moda – al fine di rendere la produzione più sostenibile: la tecnologia incontra la moda per poter cambiare il mondo insieme.” Sono le parole di Motty Reif, il fondatore della Tel Aviv Fashion Week, che più raccontano l’ultima edizione della manifestazione.

Tenutasi nell’Eretz Museum Israel, il terzo museo più grande di Israele, la settimana della moda israeliana si è appunto concentrata sulla collaborazione fra moda e tecnologia, al fine di promuovere le pratiche di sostenibilità nell’intero settore. Più di 30 designer locali hanno presentato le proposte per il prossimo autunno/inverno 2021, realizzate utilizzando sia nei prototipi che in fase di produzione le tecniche innovative di Kornit Digital, partner della fashion week.

Lo scopo principale è di diffondere quanto possibile la pratica “on demand” delle produzioni legate al fashion, riducendo così l’energia utilizzata e lo spreco delle risorse naturali, con delle soluzioni eticamente più responsabili. 

Spazio come sempre ai creativi di nuova generazione, cioè gli otto vincitori della Upcoming Designers Greenhouse di Mifal Ha’Pais, la lotteria israeliana che oltre a un sostanzioso premio in denaro, sostiene i designer attraverso tutoring e mentoring. Anche le loro collezioni sono incentrate su un unico tema: sostenibilità e consapevolezza. Ecco la nostra selezione con i nomi più interessanti.

Yifat Finkelshtein

La creativa israeliana, dopo la fine degli studi alla Bezalel Academy of Arts di Gerusalemme, sua città natale, ha dato vita al brand che porta il suo nome. Ha presentato durante la Fashion Week una collezione dedicata al menswear, interamente sostenibile, dalle silhouette morbide in una palette di colori pastello. 

Adish

Il brand israelo-palestinese, based a Tel Aviv, nasce dall’unione del lavoro dei designer israeliani Amit Luzon e Eyal Eliyahu, unito alla poliedricità dell’artista americano-palestinese Jordan Nassar, e del brand di Ramallah, Qussay. Insieme i creativi hanno dato vita a un brand che potesse fondere il patrimonio culturale e artigianale del Medio Oriente a silhouette più contemporanee: la loro è una forte ambizione diretta al cambiamento, con l’obiettivo di fare la differenza nel disintegrare le dinamiche socio-politiche e conflittuali della regione attraverso la moda.

Havie

Havie nasce dal verbo inglese “to have” ed è la creazione di Archie e Denis Ryabko che danno nuova vita a vecchie uniformi, attrezzi e tende dell’esercito trasformandoli in nuovi capi, abbracciando responsabilità e upcycling. “Riteniamo che tutti coloro i quali ammirano le nostre creazioni, saranno inevitabilmente attratte dall’averli nel loro quotidiano. Ogni pezzo è concepito per poter avere una vita propria, diventando sempre più prezioso, e speciale. Una sorta di invecchiamento magnifico” raccontano i due fratelli, nella vita, e nel lavoro. 

Shady Francis Majlaton

Classe 1993, Shady Francis Majlaton si è diplomato alla Bezalel Academy of Arts di Gerusalemme e ha dato vita al brand che porta il suo nome, affidandosi completamente al suo estro creativo. Le sue esperienze attraversano la danza alla moda, passando per la musica e il design e ad oggi il creativo porta in passerella le sue creazioni non fermandosi a un progetto prestabilito, ma guardando al risultato finale come una ricerca approfondita dei suoi interessi. 

Un altro appuntamento fisso della Fashion Week di Tel Aviv è lo show dello Shenkar College, una delle eccellenze educative di Israele, che ha visto in passerella i 45 look presentati da studenti del secondo, terzo e quarto anno dei corsi di sartoria, denim, eveningwear, menswear, knitwear, genderless e sostenibilità.