La Basilicata si candida per il Centro ambiente e energia

La Basilicata si candida per il Centro ambiente e energia

Gli anni ‘80 le hanno assegnato il primato di Regione petrolifera d’Italia. Gli anni 2000 potrebbero accordarle quello di Centro di avanguardia nella sperimentazione energetica ed ambientale. La Basilicata rientra nei programmi sullo sfruttamento delle risorse del territorio? La politica locale ci spera. 

Per ripartire con i fondi del PNRR il governo ha previsto la creazione di 9 grandi Centri di ricerca tematici con un investimento di 1,6 miliardi fino al 2026. La determinazione di Draghi nell’accompagnare la ripresa post pandemia affida alle fonti di energia non impattanti una soluzione strutturale di lungo periodo.

Per il Centro Nazionale per l’ambiente e le tecnologie per l’energia la Basilicata si é fatta avanti. Vuole avere quel Centro, farne un’eccellenza meridionale e metterlo in rete con imprese ed Università. Dopo le pluriennali attività estrattive, ci sarebbe il passaggio storico dalle fonti fossili alle rinnovabili. Nella futura struttura,  per esempio, si studieranno tutte i possibili usi dell’idrogeno.  

Gianni Rosa é l’Assessore all’Ambiente ed Energia della Basilicata che in questi giorni  sta definendo il progetto per la sua Regione. Lo abbiamo intervistato.

Il progetto del Centro é previsto dal PNRR inviato alla Commissione Europea. Come state procedendo?  

“Stiamo proseguendo convintamente nell’iter di candidatura in Basilicata. Il nostro è un progetto visionario e coraggioso. Crediamo che il Centro possa rappresentare una svolta nella politica lucana a favore delle imprese”. 

Da soli?

“La Regione non intende agire da sola. Stiamo lavorando per presentare un progetto che scaturisca dalla sinergia tra pubblico e privato. Stiamo cercando di mettere in rete gli istituti di ricerca ed universitari con le imprese e i territori. Il protagonismo delle nostre aziende sarà l’elemento qualificante insieme al contributo delle Istituzioni, degli istituti di ricerca e delle Università di Basilicata e alla Federico II di Napoli”.

Ne sono passati di anni dalle prime estrazioni nella Val d’Agri che hanno assicurato al Paese cospicue forniture di petrolio d’Agri. Come si concilia la nascita del Centro con le vostre politiche ambientali ed energetiche?

“La Basilicata parte in vantaggio quando si parla di ambiente ed energia. Come ha già detto il Presidente Vito Bardi, la Regione è già un hub energetico e ambientale. Qui convivono aree naturalistiche di grande pregio e abbondanza di risorse energetiche. Pensiamo di avere le carte in regola per diventare il futuro Centro lungo tutta la filiera dell’energia green”.

In che modo?

“Quello che ci serve, ora, è favorire uno sviluppo che impieghi le risorse di cui il territorio è ricco in maniera eco-sostenibile, per realizzare progetti mirati all’efficienza dei processi produttivi e alla decarbonizzazione dell’economia. Faremo della nostra terra un prototipo di economia a zero emissioni”.

Ma avete anche una vostra ipotesi di costi e di nuova occupazione?

“Se non ci fosse la prospettiva di nuovi posti di lavoro il progetto non avrebbe ragione di esistere. Renderemo la Basilicata una terra attrattiva per gli investimenti,  ma soprattutto per tutti i giovani competenti che sono andati via per mancanza di opportunità”. 

Prima diceva di visionari e coraggiosi.

“Siamo visionari? Sicuramente. Ma se non avessimo gli alti obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere saremmo la vecchia politica che ‘tira a campare’”.

Avete pensato di coinvolgere partner industriali come Eni o altre aziende che operano qui?

“Ci siamo confrontati in un’affollata assemblea alla quale ha aderito un parterre qualificatissimo: le istituzioni, le parti economiche e sociali, gli enti di ricerca che già lavorano e collaborano con noi,  le Università, le maggiori aziende lucane . Erano presenti anche quelle che lucane non sono, ma operano nel nostro territorio, Stellantis, Eni, Total, Shell e Mitsui”.

Se il progetto andrà in porto, bisognerà trovare le forme della  collaborazione. Dopo decenni , si passa dalle semplici e spesso contestate estrazioni in Val d’Agri, alla sperimentazione di processi per le rinnovabili.

“Tutti gli stakeholder invitati si sono detti disponibili a collaborare al nostro progetto. Una cosa mai vista in Basilicata. E tutto questo  ci rende fiduciosi del fatto che la strada intrapresa sia quella giusta”.

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