La «Boh? Couture»

La «Boh? Couture»

Questo articolo è pubblicato sul numero 7 di Vanity Fair in edicola fino al 16 febbraio 2021

Sembrava fosse un 
esperimento e non lo 
era, sembrava fosse 
uno scherzo e non lo è 
stato. Per l’artista Sterling 
Ruby l’avventura dentro 
il mondo della moda si sta 
trasformando in un viaggio 
che potrebbe essere molto lungo. Addirittura rischioso per la sua carriera originale, quella di artista. Julian Schnabel ci ha fatto piacere i suoi film come regista così tanto che adesso guardare i suoi dipinti diventa difficile.
Il fashion designer Sterling Ruby è così bravo da rischiare di fare le scarpe al pittore Sterling Ruby. Oltretutto sta facendo la storia essendo il primo americano in dieci anni a tornare all’Haute Couture di Parigi. Sorbole! Ruby comunque da vero artista l’alta moda l’ha sbattuta al tappeto come una tela di Jackson Pollock. Infatti io direi che si potrebbe parlare di «Dripping Couture», «Splatter Couture», una collezione violenta quanto basta che piacerebbe a Stephen King.
I personaggi di Ruby sembrano uscire da una «Haute Tribù» di antenati arrivati dallo spazio, gente che a tempo perso fa pure l’idraulico con borse che sembrano cassette per arnesi. Non si capisce nemmeno in che parte dell’universo siamo, in mezzo all’America rurale del film Un tranquillo weekend di paura o in qualche deserto di qualche pianeta del flop di David Lynch Dune. Welcome alla Boh? Couture.

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