La Fenice degli stracci

La Fenice degli stracci

Sull’opportunità di un’opera. La Venere degli stracci, nel racconto di Michelangelo Pistoletto, nasce per volere del caso. Caso che lo stesso Michelangelo ha sempre definito come portatore di opportunità. La Venere degli stracci si realizza in tre passi successivi: il primo vede l’intuizione di Pistoletto che in un vivaio trova la riproduzione come statua da giardino della Venere con pomo di Bertel Thorvaldsen e decide di acquistarla. Il secondo il posizionare la Venere nel suo studio a ridosso di un cumulo di pezze di stoffa da lui normalmente utilizzate per lucidare a specchio le lastre d’acciaio  che poi utilizzava per i Quadri specchianti. Il terzo passo è l’applicazione dell’1 e 1 uguale 3 oggi definito nella Formula della creazione: le pezze diventano stracci e una rappresentazione della società consumistica e consumata, la Venere, figura fissa, che raffigura un ideale di imperitura bellezza tramandato attraverso i secoli.

Venere, nome di un’antica divinità italica e quindi romana, assimilata alla dea greca Afrodite, venerata come dea della natura, dei campi e dei giardini, della fecondità, dell’amore e della bellezza femminile. Venerare, fare oggetto di devozione religiosa, di profondo ossequio, sia nel sentimento sia negli atti esteriori, riferito a tutto ciò che è sacro o che come tale è sentito.

Definizioni prese dalla Treccani per aiutarmi ad identificare come il gesto della Venere che vediamo di spalle sia il gettarsi essa stessa nel mucchio forse ultima difesa o prima volontaria per un mondo, una società, un pianeta responsabile, dove la bellezza è la somma dell’estetica con l’etica e il futuro, il nostro futuro, può ancora essere riscritto.

Il 12 luglio dello scorso anno la Venere degli stracci monumentale che era stata installata a Napoli a piazza Municipio ha preso fuoco. Un atto violento, un fatto, che ha scatenato commenti e ironie di tutti i tipi. Tantissimi a favore dell’Opera, qualcuno contro. Ora l’Opera rinasce, in un certo senso si rigenera, ma soprattutto genera e vuole generare una nuova visione, delle nuove possibilità.

Intanto un punto andrebbe specificato: è stato ed è un errore identificare i napoletani con gli stracci, Napoli è la Venere. È la sua storia, la sua cultura, l’irresistibile bellezza dei suoi scorci che si contrappongono a una società consumistica e consumata.

La Venere (Napoli) degli stracci è la promessa/proposta di un futuro diverso possibile. Ed ogni singolo straccio bruciato si è rigenerato sotto valore economico offerto per progetti di utilità sociale.

Michelangelo Pistoletto non solo ha scelto di ricostruire l’opera a proprie spese e di donarla in maniera definitiva alla Città di Napoli (e per chi dirà come già successo che tanto la scarica dalle tasse invito a informarsi sulla non detraibilità per l’artista delle spese sostenute per la realizzazione di opera donata), ma anche previsto che tutti i soldi raccolti a nome della Venere degli stracci venissero riconosciuti a due progetti meritevoli scelti da un’associazione terza, L’Altra Napoli.

Un progetto, portato avanti da La Scintilla, riguarderà il “dopo di noi” per persone affette da neurodivergenza; l’altro, della Cooperativa Lazzarelle, per il reintegro di donne detenute nel mondo del lavoro.

Ogni straccio diventa quindi una possibilità, alle quali la Fondazione Pistoletto Cittadellarte unirà, come sempre fatto in passato, la propria attività sul territorio che pone l’arte al centro di una trasformazione della società in senso responsabile. Per le 14 settimane che la Venere degli stracci sarà presente a piazza Municipio e oltre.

Per concludere, se non ci si sente straccio, ma Venere

IBAN: IT44O0306909606100000197564
INTESTATO A: L’Altra Napoli Ente Filantropico
CAUSALE: L’Altra Napoli per la Venere

E vale anche se non si è di Napoli!

Francesco Saverio Teruzzi, Ambasciatore Progetto Terzo Paradiso

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