Mostre 2021: Les Citoyens alla Triennale di Milano (6 maggio – 12 settembre)

La Fondation Cartier pour l’art contemporain, con la sua inconfondibile architettura trasparente vicina al Montparnasse, a Parigi, è un luogo iconico: geniale nella forma dell’edificio (concepito da Jean Nouvel), originale nella sostanza del progetto. In quasi 40 anni di vita, conta su una collezione di oltre 2000 opere di 500 artisti di 50 nazionalità diverse. I numeri sono importanti: è infatti sulla coralità, sulla diversità, sulla polifonia che la Fondation Cartier si regge, continuando a commissionare opere ad artisti di qualsiasi latitudine.

Il progetto ci tocca da vicino perché dal 2019 la Fondation Cartier ha stretto una solida partnership con la Triennale di Milano nella convinzione che è dagli incroci che nascono nuove piazze e dalle collezioni di musei la forza per tenere viva la memoria che possa ispirare il futuro creativo. Adesso le due istituzioni presentano, nelle sale del Palazzo dell’Arte progettato nel capoluogo lombardo da Giovanni Muzio, la mostra Les Citoyens ideata dal pittore argentino Guillermo Kuitca, che da anni collabora con il museo parigino (dal 6 maggio al 12 settembre, www.triennale.org).

Seguendo la sua sensibilità, Kuitca ha abbinato installazioni, dipinti, sculture, ceramiche, polaroid, video, disegni – molte le opere inedite – di 28 artisti della collezione della Fondation Cartier per esplorare l’idea del collettivo, del gruppo, della comunità, il tema a cui Vogue Italia ha dedicato il numero di aprile 2021. «La mostra non presenta niente di omogeneo: è un vero crogiolo, una polifonia di elementi e voci. Ha a che fare col senso più ampio di comunità, con l’aspetto democratico di tutte le opere e con la relazione che le collega l’una all’altra», ha spiegato. Les Citoyens si presenta quindi come un’esposizione-artwork in cui Kuitca firma non soltanto la selezione delle opere stesse, ma anche il loro inserimento negli spazi della Triennale. «È interessante che questa mostra venga presentata lì. Mentre lavoravo al progetto e cercavo di dare un’identità all’esposizione, ho anche pensato che essere a Milano, una città che ha un rapporto così stretto con il design, potesse essere una fonte d’ispirazione e una sfida che quasi fa sentire in soggezione. Mi piace pensare che Les Citoyens sia tanto un atto di design quanto un atto di amore», ha commentato l’artista.

Installazione di Tony Oursler per la mostra Les Citoyens

Che cosa vediamo in mostra, dunque? Un percorso espositivo costruito su collegamenti che  – ci dice Kuitca – «tessono una trama di sensi e sensazioni». Corrispondenze o affinità elettive concatenate così: il disegno monumentale di Cai Guo-Qiang è legato al film di Artavazd Peleshyan, che a sua volta evoca un gruppo di animali la cui vulnerabilità rimanda alla presenza dell’uomo nelle fotografie di Fernell Franco o nella società in miniatura delle sculture di Véio.

Un’opera di Francesca Woodman

Possiamo visitare alla Triennale una mostra corale, una costellazione di opere disseminate in modo da farsi eco l’una con l’altra, come ben simboleggia il lavoro di Agnès Varda capace di far risuonare le voci di una comunità di donne di ogni età da un lato e dall’altro di indicare delle sedute dove i visitatori, se lo vorranno, potranno riunirsi a loro volta, per osservare e ascoltare. L’importanza del punto di vista è una costante di molti lavori esposti: è presente nell’installazione di Tony Oursler, in cui il visitatore si trova immerso in una foresta di spiriti sciamanici, così come nel progetto del fotografo Daido Moriyama, che presenta un tour nel suo studio attraverso una serie di Polaroid. L’essere umano, in assenza o presenza, è ospite fisso: il suo corpo si dissolve nelle foto di Francesca Woodman, si mette a nudo con David Lynch, si fa ritrarre dalle matite di Taniki. Impossibile citare tutti gli artisti coinvolti in questa mostra-monstre che ci conclude con gli straordinari scatti di Claudia Andujar.

Uno scatto della fotografa brasiliana Claudia Andujar

C’è tuttavia un’opera che riassume perfettamente lo spirito del progetto: è l’installazione  David’s Living Room Revisited (2014-2020) che Guillermo Kuitca firma con il formidabile duo David Lynch e Patti Smith. Vedremo questa stanza da letto, con i muri neri e scarlatti dipinti da Kuitca, su cui troviamo disegni, quadri e mobili firmati da Lynch e, in sottofondo, Falling Backwards Once Again, un pezzo che lo stesso Lynch ha inciso con Patti Smith. Una stanza dei sogni, dei misteri, dei rimpianti e delle aspirazioni creative, un luogo dove provare a sentirsi, anzi ad essere, comunità.

In apertura, opera di Daido Moriyama

Opera di Artavazd Pelechian