Pablo Neruda, una vita sempre in prima linea

Pablo Neruda, una vita sempre in prima linea

Pablo Neruda, una vita sempre in prima linea

Il 12 luglio 1904 a Parral, in Cile, nasce colui che diventerà uno dei poeti più amati e controversi dello scorso secolo: Pablo Neruda. Il nome con cui è universalmente conosciuto è in realtà lo pseudonimo di Ricardo Eliezer Neftalí Reyes Basoalto e fu stato scelto come omaggio al poeta e scrittore cecoslovacco Jan Neruda.

Fin da piccolo Pablo Neruda si appassiona alla scrittura e alla letteratura, incoraggiato dalla sua insegnante Gabriela Mistral, futura vincitrice del premio Nobel (nel 1945). Inizia a scrivere e pubblicare le sue poesie all’età di soli 16 anni, servendosi dello pseudonimo già ricordato anche per non farsi scoprire dal padre, che considerava questa attività poco rispettabile. Le sue raccolte poetiche ancora oggi maggiormente apprezzate risalgono proprio agli anni giovanili: Crepusculario (1923) e Veinte poemas de amor y una canción desesperada (1924), raccolta di poesie d’amore in stile modernista ed erotico.

Oltre alla scrittura, Neruda si dedica a lungo anche all’attività diplomatica.
Per il suo paese ricopre l’incarico di console onorario in Birmania, nel sud est asiatico, e successivamente a Buenos Aires, in Spagna (prima a Barcellona e poi a Madrid) e a Città del Messico. Durante questi viaggi conosce e sposa l’olandese Maryka Hagenaar Vogelzang, da cui ebbe la sua unica figlia, Malva Marina Trinidad, che morì però in giovane età a causa dell’idroencefalite di cui era affetta.
Questo lutto segnò l’inizio di una crisi familiare, che giunse al culmine a seguito della frequentazione di Neruda con l’argentina Delia del Carril. E fu proprio lei ad indirizzare la tendenza anarchico- individualista del poeta verso gli ideali marxisti. In realtà Neruda, oltre alla poesia, aveva già un grande secondo “amore”: quello per il comunismo. Una simpatia diventata con gli anni sempre più forte e radicalizzatasi dopo la barbara uccisione dello scrittore suo amico Federico Garcia Lorca da parte delle forze del generale Franco. Negli anni Neruda svolse diversi incarichi politici, dirigendo la campagna elettorale di ben due presidenti cileni: il comunista Gabriel Gonzalez Videla e il socialista Salvador Allende.

La presidenza di Videla (1946-52) si trasformò ben presto in una brutale dittatura e l’opposizione di Neruda segnò per il poeta l’inizio di un lungo esilio: poté fare ritorno in Cile solo nel 1952, quando venne richiamato per seguire la campagna elettorale del nuovo candidato alla presidenza Salvador Allende. Neruda proseguì poi l’attività politica a favore del Partito Comunista, schierandosi nettamente contro agli Stati Uniti in occasione della crisi dei missili di Cuba prima e della guerra del Vietnam poi. Nel 1970 allo stesso Neruda venne proposto di candidarsi come presidente del Cile, ma egli rifiutò, preferendo sostenere nuovamente l’amico Allende, che si riconfermò presidente.
Il momento culminante della sua “carriera” poetica lo abbiamo il 2 settembre 1971, giorno in cui gli viene consegnato il premio Nobel per la Letteratura: Pablo Neruda fu così il terzo scrittore sudamericano a riceverlo, dopo la già nominata Gabriela Mistral e Miguel Angel Asturias.

Quando pensiamo ai grandi nomi della letteratura mondiale siamo spesso inconsciamente portati a credere che abbiano trascorso un’esistenza appartata, in un mondo fatto di libri e di studi; Pablo Neruda era esattamente l’opposto. Schierato con convinzione sempre in prima linea per difendere quelle che erano le sue idee, visse in prima persona tutti gli avvenimenti che hanno segnato la sua storia.
La sua vita non fu un pacifico scorrere lieve del tempo, tra uno scritto di poesia e l’altro; e pacifica non fu nemmeno la sua morte. L’11 settembre 1973, data nera per il Cile, assistette al colpo di stato del generale Pinochet e alla morte del presidente Allende.

Pochi giorni dopo, il 23 settembre 1973 mentre attendeva di poter espatriare in Messico, Pablo Neruda morì in ospedale a Santiago del Cile, ufficialmente per uno stato avanzato di cancro alla prostata: ma molto probabilmente venne assassinato per volere del nuovo dittatore, mediante una misteriosa iniezione.

Alessia Sanzogni per MIfacciodiCultura

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