«Picasso non è un pittore cui un ceramista abbia chiesto aiuto, ma un artista tentato dalla ceramica che ha iniziato a lavorarla nell’unico posto possibile: un atelier specializzato». Lo diceva Daniel-Henry Kahnweiler, l’agente di Picasso, e assicurava che, con questa pratica, l’artista non avrebbe mai smesso di stupirci. Così è stato. A partire dal 1947, quando si trasferì nell’Atelier Madoura di Suzanne e Georges Ramié, Picasso realizzò un numero incredibile di manufatti, quasi impossibile da quantificare; e continua tutt’oggi a sorprenderci, a segnare traguardi, con risultati che, nell’ultimo decennio, non faticano a polverizzare le stime.
La vendita Important Picasso Ceramics di Sotheby’s (11-23 febbraio) è online proprio in questi giorni. Include le opere della Collezione Nina Miller e vede sfilare oltre 120 ceramiche dell’artista-minotauro, con prezzi che partono in sordina e poi corrono veloci, fino a 180mila sterline (qui il catalogo completo). Ne parliamo con Severine Nackers, Picasso Ceramics Specialist e Head of Prints di Sotheby’s Europe, per esplorare le dinamiche di un mercato in continua (e rapidissima) evoluzione.
Intervista a Severine Nackers, Picasso Ceramics Specialist e Head of Prints di Sotheby’s Europe
Arianna, il Minotauro, satiri e fauni: la produzione di Picasso è tutta permeata da riferimenti all’antichità. Nel caso della ceramica, quali sono i legami con il passato?
«Nella maggior parte delle sue ceramiche, Picasso replica forme e recipienti antichi conosciuti, ma lo fa guardando al passato per lasciarsi ispirare e creare qualcosa di inconfondibilmente moderno. Alcune opere richiamano in modo specifico l’antichità e il mito, ma il concetto della decorazione è puro Picasso – che, spesso, si prende anche delle libertà rispetto ai ruoli tradizionali delle creature mitologiche».
In generale, quali analogie si possono rintracciare tra Picasso pittore e Picasso ceramista?
«Picasso ha apportato le sue innovazioni alla ceramica come ha fatto con ogni altro mezzo. Questi lavori sono arrivati ad essere intesi come un settore chiave della sua produzione artistica, il che ha riallineato le sue creazioni in argilla con la sua pittura e la sua scultura, enfatizzando i legami reciproci – per quanto riguarda le ceramiche, la sua immaginazione si accordava con la versatilità del medium. Realizzati in un arco temporale di 25 anni, questi manufatti forniscono oggi un’ampia panoramica di uno dei periodi più fruttuosi della sua carriera e, come tali, sintetizzano meravigliosamente il suo percorso. Nel creare le sue ceramiche, l’artista attingeva a molti soggetti già usati nei suoi dipinti e nelle sue stampe, oltre che alle sue origini spagnole, in particolare al tema della corrida».
Nell’atelier Madoura di Vallauris, in Costa Azzurra, Picasso realizzò un gran numero di manufatti, tra pezzi unici e multipli in tiratura limitata. Come si sposa un’offerta così ampia con le dinamiche del mercato?
«Picasso ha realizzato più di 600 progetti e controllato personalmente la produzione delle sue ceramiche: soltanto artigiani selezionati, a Madoura, erano incaricati di occuparsene. C’è una netta differenza di prezzo tra i pezzi unici e le edizioni. Parlando solo delle edizioni, i suoi Grand Vases sono certamente le forme più ambite, seguite dal Gros Oiseau; si tratta in entrambi i casi di forme grandi e imponenti, in bilico tra sculture e oggetti funzionali ben più di molte altre ceramiche. In generale, i fattori che entrano in gioco per i collezionisti sono le dimensioni dell’edizione, le condizioni, il motivo, i colori, la qualità artistica, la forma e le misure. Prodotte tra il 1947 e il 1971, le ceramiche di Picasso variano nel numero delle edizioni da poche copie fino a 500, e anche la gamma di prezzi è incredibilmente ampia: alcuni piccoli ciondoli e piastrelle sono venduti all’asta per meno di 1.000 sterline, mentre certi grandi vasi raggiungono il milione».
In ogni caso, stiamo assistendo a un importante aumento dei prezzi delle ceramiche di Picasso…
«Sì, a partire dal 2011 circa, quando diverse importanti collezioni sono state immesse sul mercato. Si tratta di un mercato sorprendentemente internazionale e non è raro vedere collezionisti di diversi continenti contendersi la stessa opera. Anche se Sotheby’s vende ceramiche di Picasso da oltre 20 anni, abbiamo assistito ad una rinascita di queste opere nell’ultimo decennio. La forza del mercato di Picasso in generale, con il continuo rialzo dei suoi dipinti all’asta, è certamente un fattore di rilievo. Le ceramiche, a differenza di tutti gli altri media su cui Picasso ha lavorato, possono risultare ancora accessibili per i collezionisti che vogliano possedere un’opera originale dell’artista. Anche l’interesse curatoriale e accademico per le ceramiche di Picasso ha contribuito a questa crescita: la prima mostra significativa delle ceramiche di Picasso ha avuto luogo nel 1998 alla Royal Academy di Londra e, nel 2014, il Musée National de Céramique de Sévres di Parigi ha organizzato un’esposizione (prima tenuta a Marsiglia) con centinaia di opere uniche ed edizioni di Picasso».
Le ceramiche zoomorfe e dalle sembianze umane riscuotono sempre grande successo. Qualche aggiudicazione interessante (e forse inaspettata) a cui avete assistito?
«Nel maggio 2018, a New York, abbiamo messo all’asta La Chouette en colère, un’opera unica eseguita nel 1953, che è anche uno di quei gufi in ceramica dipinti individualmente e fusi da un modello originale in terracotta bianca. Ha raddoppiato la sua stima, aggiudicato per 2,5 milioni di dollari. Nel novembre 2016, invece, abbiamo venduto il Grand vase aux femmes nues su larga scala dell’artista, dalla collezione di Lord & Lady Attenborough, per 728.750 sterline (stima: £250.000-350.000), un record per una ceramica di questo soggetto».
Nel 2015, Sotheby’s ha messo all’asta 126 lotti della collezione di Marina Picasso e l’87% ha superato le stime. Nel 2017, Picasso Man & Beast si è conclusa con una white glove sale e un ulteriore successo per le ceramiche in vendita. Quali sono i top lot della prossima edizione di Important Picasso Ceramics?
«Gli highlights della vendita includono il monumentale Gros oiseau visage noir di Picasso (lotto 15, stima £120.000-180.000), il giocoso Taureau (lotto 44, stima £50.000-80.000) e il maestoso Canard pique-fleurs (lotto 14, stima £50.000-80.000)».
Un pronostico del risultato?
«È impossibile fare previsioni, ma la domanda per le ceramiche di Picasso rimane forte. C’è un’opera d’arte originale di Picasso disponibile per quasi tutti i prezzi e molte di queste ceramiche si inseriscono nel range più basso, il che è senza dubbio attraente».
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