Qualcuno guarda piazze e vie con gli occhi di chi, quando è lontano, tratteggia panorami ideali; altri ogni giorno abitano, osservano e vivono la città. Poco conta, per tutti Napoli è una realtà viva, pulsante, stratificata, che riempie lo sguardo e non può essere relegata a mera cornice o set. Basta sbirciare dietro le quinte degli scatti realizzati per questo numero di Vogue Italia: volti reali – i protagonisti che danno corpo e respiro alle narrazioni sono stati scelti durante street casting –, echi del mito e snapshot tracciano itinerari reali o metaforici, condensati tra le pagine. Abbiamo chiesto alle coppie creative che hanno raccontato il loro legame con Napoli di farlo anche a parole, svelando la genesi dei loro progetti. 

Foto Sam Gregg, stylist Riccardo Maria Chiacchio. Giacche in pelle custom made dallo stylist. Gonne plissé, Peserico.

Sam Gregg

Per la fotografa napoletana Eleonora d’Angelo tutto inizia da un capovolgimento di prospettiva: «Credo che, negli ultimi tempi, ci sia una sorta di glamourizzazione di alcuni cliché locali, rumori e suggestioni street in primis. Volevamo dipingere un’immagine diversa, e che le nostre foto ci rispecchiassero in quanto donne che vivono e lavorano qui. Per questo abbiamo cercato di cogliere la bellezza del mito». La leggenda di Partenope, che riporta alle origini della città, viene tradotta in chiave moderna. «Non esiste un’unica forma di espressione, la sirena può assumere ogni aspetto e ogni età», prosegue la stylist Francesca Donnarumma che, nata e cresciuta nella penisola sorrentina, ora vive a Milano. «Le nostre sirene non sono perfette ma meravigliose, è questo il messaggio. Abbiamo voluto evitare ciò che sporca il cuore nevralgico della città e ricordare che, da qui, provengono tradizioni molto alte, di sartoria, musica e letteratura». 

Foto Eleonora d’Angelo, stylist Francesca Donnarumma. India Santella, attrice. Maglia traforata di mohair e alpaca con frange e paillettes, 9.9 NovePuntoNove; slip in lycra, Ack; calze, Emilio Cavallini.

Eleonora d’Angelo

Un’ottica che riporti figure femminili al centro della narrazione collettiva ha ispirato anche gli sguardi incrociati del fotografo Marco Imperatore, originario di Pozzuoli e da anni a Milano, e della stylist campana Mariaelena Morelli, che da Parigi dove vive spiega: «Abbiamo scavato nell’iconografia della donna partenopea, nei secoli ha avuto un ruolo centrale nel panorama storico, sociale, religioso». Alla ricerca del punto in cui la lingua (detti popolari annessi) diventa immagine. «Negli scatti ci sono, mescolate, figure bibliche come Maria Maddalena, versi di Pino Daniele e modelle androgine metà partenopee e metà irlandesi». Il punto di vista è vicinissimo all’occhio che guarda, quasi autobiografico: «Ho rappresentato una Napoli che mi manca sempre quando sono via», aggiunge Imperatore. «Una città di tramonti bollenti, più cromatica che sonora o rumorosa. Il lato street non intercetta il mio vissuto. La mia è una visione di terrazze e scorci di mare, le stesse che hai mentre, in piena notte, da ragazzo, ti siedi sugli scogli».   

Foto Jo Fetto, stylist Damiano Riccio.

Foto Jo Fetto, stylist Damiano Riccio. Catarine Aparecida De Jesus, mamma a tempo pieno, Camilla Monfregola, studentessa. Gilet in pelliccia di volpe, Rubeus Milano; canotta di modal e seta, Intimissimi; gonna a ruota e collana con strass e pietre, Toga Archives x H&M. Orecchini, Antichità Petrone.

Jo Fetto

I rapporti tra ricordi e luoghi, performance e vita di cui il set è metafora sono stati il punto di partenza per il fotografo Carmine Romano e la stylist Roberta Astarita. La messinscena, ideata a quattro mani, è un omaggio alla tradizione del matrimonio napoletano, non ipertrofica ma realistica, elegante e fuori dagli schemi al tempo stesso. «Siamo fidanzati e da sempre volevamo realizzare un progetto così. Carmine, poi, è stato assistente di un fotografo di matrimoni molto noto, Oreste Pipolo, e abbiamo pensato di omaggiarlo», spiega Astarita. «Cercavamo il romanticismo di chiese e veli», dice Romano. Poi, dopo il primo scatto, tutto diventa reale. «Il set si è trasformato in una vera famiglia che comprendeva le nostre madri, gli amici, una coppia lesbica, seconde generazioni e anche uno zio che raccontava il suo vero matrimonio alla modella che impersonava la sposa». Una community per cui la tradizione è solo il punto di inizio. 

Foto Carmine Romano, stylist Roberta Astarita. Alyn Di Pace, studentessa. Vestaglia con bordi di visone, slip e reggiseno in pizzo con inserti di seta, Rosamosario. Orecchini, Vincent Vintage Bijoux; earcuff Mia’s Italy.

Carmine Romano

(continua)

Guardate le immagini dello shooting

Foto in apertura: foto Marco Imperatore, stylist Mariaelena Morelli. Niamh McCann, attrice. Top, Lorette Colé Duprat; gonna di viscosa con paillettes, Dries Van Noten; zoccoli con cinturini di vinile, Simona Vanth. Orecchino, Acne Studios.

Leggete l’articolo integrale sul numero di agosto di Vogue Italia, in edicola dal 4 agosto