Un nuovo centro d’arte contemporanea in Umbria: apre la Fondazione Bassiri

Un nuovo centro d’arte contemporanea in Umbria: apre la Fondazione Bassiri

Un nuovo centro dedicato all’arte contemporanea, tra le suggestive colline dell’Umbria. Sabato, 16 ottobre, a Fabro, in provincia di Terni, aprirà le porte al pubblico la Fondazione Bassiri, istituita già nel luglio 2020 per la gestione, la conservazione e la diffusione dell’opera di Bizan Bassiri, artista nato a Teheran nel 1954 e che, dal 1975, vive e lavora tra Roma, Fabro e Teheran. Bassiri e Camilla Cionini Visani sono rispettivamente fondatore e presidente e vicepresidente e direttrice generale della Fondazione. La direzione scientifica è stata affidata a Bruno Corà, che presiede anche il Comitato scientifico formato da Michelle Coudray, presidente Archivio Jannis Kounellis, Thierry Dufrene, docente di storia dell’arte dell’università Paris Nanterre, Lars Muller, direttore emerito del Bornholm Art Museum, Nicola Sani, compositore e direttore della Fondazione Accademia Musicale Chigiana. A coadiuvare l’attività dei Fondatori, è un Consiglio di amministrazione formato da Lorenzo Bini Smaghi, Bruno Corà, Gianluca Comin, Elena Di Giovanni, Gohar Homayounpour, Maria Letizia Magaldi, Catia Tomasetti e Rosalba Veltri.

Bizhan Bassiri

La Fondazione avrà sede in un capanno industriale di 4300 metri quadrati, che ospiterà anche il suo studio e dove, in occasione dell’apertura pubblica del 16 ottobre, sarà presentato il ciclo di grandi opere dedicate al tema della “Tempesta”. Ma il programma di iniziative si amplierà anche al Museo del Duomo di Città della Pieve, con l’esposizione “Dimora della Sorte”, a cura di Bruno Corà. Dedicata ai santi patroni dell’antico borgo in provincia di Perugia, la chiesa è ricca di opere d’arte del Cinquecento e Seicento, come il Battesimo di Cristo e la Madonna in gloria fra santi, del Perugino.

Instancabile sperimentatore di materiali, dalla cartapesta all’acciaio, dal bronzo alle elaborazioni fotografiche, Bassiri lavora anche con la magica poesia delle parole. L’artista è infatti autore di “Pensiero Magmatico”, una sequenza di scritture poetiche confluite poi nel “Manifesto del Pensiero Magmatico”. In questi testi si possono rintracciare le motivazioni della ricerca artistica di Bassiri, scaturita da una “illuminazione” avvenuta alla vista del cratere del Vesuvio e dall’idea che l’opera d’arte sia una manifestazione dell’energia cosmica. «Nel Pensiero Magmatico di Bassiri l’arte e l’intero processo formativo dell’opera, alla stregua del vulcano e della sua attività catastrofica, sono all’origine della metamorfosi qualitativa della materia», scrive Corà. «È attraverso l’azione trasformativa impressa dall’artista ai materiali da lui scelti, perché siano veicolo della intensità e frequenza sensibile della sua immaginazione, che l’opera erompe alla luce e sorprende ognuno. L’arte di Bizhan Bassiri è ctonica, ma anche solare». «Nel primo punto del Pensiero Magmatico è scritto che l’immagine precede la conoscenza», spiega Bassiri. «L’Autore è prigioniero delle immagini che lo anticipano e non fa altro che dare corpo a questa pioggia incessante e incandescente. Mi rasserena vedere che da ora in poi il nucleo della fusione ha una dimora per sempre».

Ambizione della Fondazione Bassiri è diventare un soggetto attivo e propositivo nel panorama del contemporaneo, promuovendo una serie di iniziative multidisciplinari, tra arte, musica, teatro e letteratura. Verrà dato impulso anche ad attività di ricerca, didattica e formazione, con l’organizzazione di scuole d’arte e laboratori per bambini e per adulti, in collaborazione con istituzioni culturali, scientifiche e museali sia in Italia che nel mondo.

In particolare, la Fondazione si propone di organizzare un evento annuale multidisciplinare dove arte, musica, teatro e cinema dialogheranno. Sarà data attenzione alla poesia e alla letteratura contemporanea attraverso FB Editori, la casa editrice della Fondazione diretta da Aldo Iori al fine di sensibilizzare il pubblico a non percepire tali ambiti di studio e ricerca come divisi e frammentari ma come un insieme che, nella contaminazione con le arti visive, conduca a stabilire nuove strade e percorsi di ricerca.

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