«United for Progress», storie di domani

«United for Progress», storie di domani

Questo articolo è pubblicato sul numero 21 di Vanity Fair in edicola fino al 25 maggio 2021

«Bisogna unire progetti, visioni, competenze diverse e iniziare finalmente dal presente a scrivere il domani»: con queste parole il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti ha introdotto una serie di appuntamenti che raccolgono (sulla piattaforma audiunitedforprogress.vanityfair.it) testimonianze di «game changers» e che è organizzata dal settimanale di Condé Nast insieme ad Audi. Il titolo è «United for Progress» che, per la Casa dei quattro anelli, rappresenta un’idea ben precisa: «Il futuro è una strada che possiamo raggiungere solo uniti. Una strada dove l’unica differenza che conta è quella che facciamo insieme. Perché da soli andiamo lontano, ma è solo uniti che possiamo andare oltre. Oltre i limiti».

E il primo è proprio un incontro corale, in cui Marchetti mette a confronto le visioni di Maura Gancitano, filosofa e scrittrice, di Ludovico Bessegato, regista e sceneggiatore, e della designer Simona Falcinella, Head of Color & Trim di Audi. Tre personaggi che – ognuno nel proprio settore – dettano tendenze di comportamento e si fanno interpreti dei nuovi valori che stanno emergendo. Uno di questi è la sostenibilità e, infatti, Falcinella sottolinea come, per esempio nel mondo dell’auto, si sia alla ricerca del minor impatto possibile non solo in termini di emissioni, ma anche di materiali utilizzati nell’abitacolo. Ne è un esempio l’ultimo modello su cui ha lavorato, la supersportiva full-electric e-tron GT. «Abbiamo introdotto, e ne sono veramente contenta, due possibilità di avere la vettura completamente leather free e con materiali riciclati», come il poliestere che viene recuperato entro i 50 chilometri dalla fabbrica di Neckarsulm, dove nasce la granturismo. «Inoltre, abbiamo scelto di non lavorare su colori particolari, ma mantenere la fibra riciclata del colore di origine: in questo modo si riduce il COe si evita di sprecare acqua».


Dopo questo appuntamento introduttivo sul progresso sostenibile, Marchetti ha incontrato, nel Temporary Window di Audi a Milano, un’imprenditrice visionaria come Giuliana Geronimo in un talk dedicato alla Digitalization. La fondatrice dello studio d’arte digitale Streamcolors fa molto di più che immaginare il futuro, ce lo mostra grazie alla tecnologia: «La sfida che ogni giorno vogliamo portare avanti è quella di creare dei mondi virtuali dell’incanto. Ovvero, prendiamo quello che c’è di reale e, da quello, estrapoliamo un Dna del bello, della creatività. Uniamo ricerca, sviluppo, tecnologia e lavoriamo in multipiattaforma, quindi su diversi strumenti per restituire nuove visioni». Però, precisa Geronimo, «il digitale non è fine a se stesso, ma serve per scoprire qualcosa di più di noi stessi».

Si torna a parlare di ambiente nell’appuntamento Sustainability, con Sofia Goggia che ha spiegato l’importanza della natura, soprattutto per una sciatrice. «Poter disegnare delle curve ed esprimere il mio carattere con un paio di sci attorno ai pali, sulla neve, per me è bellissimo. Mi auguro che tutti possano fare del proprio meglio affinché l’idea della montagna sia sempre più legata a quella di sostenibilità». Da un augurio per la collettività a un desiderio personale, da sportiva top: «Il miglior modo per onorare un sogno è continuare a sognarlo, anche quando lo realizzi. Oggi il mio sogno è lo stesso di quando ero bambina: vincere le Olimpiadi, come ho fatto tre anni fa a Pyeongchang».

A seguire, l’incontro Performance ha visto come ospite speciale il dj e produttore Simone Benussi, in arte Mace, che trova gli spunti per il proprio futuro mentre è in viaggio: «Potrei raccontare dei villaggi rurali in Etiopia o dei grattacieli di Tokyo… Ogni luogo si porta dietro un bagaglio culturale, interazioni sociali diverse. Quello che mi fa “girare gli ingranaggi”, al di là della musica che scopro, sono i rapporti umani, sono le storie delle persone». E la storia che ha concluso il nostro viaggio nel progresso è quella della designer Sara Ricciardi, che spiega in quale modo riesca a immaginare un futuro migliore: «Stando nel presente, in maniera estremamente consapevole. Il futuro si basa sul radicamento della scelta presente. Ecco, questa straordinaria consapevolezza dell’oggi è la formula su cui dobbiamo basare la nostra ricerca. Stare, esserci: nella scelta, nello sguardo, nello stare in relazione con l’altro. Individuo e collettivo». Uniti per il progresso.

È possibile rivivere i talk digitali sulla piattaforma: https://audiunitedforprogress.vanityfair.it/

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