Van Gogh e Munch: così lontani, così vicini

Van Gogh e Munch: così lontani, così vicini

Nella vita reale incontreremo moltissime persone e altrettante non le incontreremo mai. Persone con cui potremmo avere molto o nulla di cui spartire, con cui potremmo creare qualcosa o che magari, come recitano numerose leggende, potrebbero essere nostre “anime affini” e non lo sapremo mai.
Magari queste “anime affini” sono vicine a noi, hanno interessi simili ai nostri, sono tormentati dai nostri stessi problemi e animati dalle nostre stesse passioni, ma per qualche strano gioco del destino le nostre vite non si incroceranno mai e continueremo a percorrere i nostri cammini distinti, un po’ come recita l’enunciato delle rette parallele.
Questo fatto è una realtà della vita e come succede a noi oggi, succedeva anche nel passato.

Ragionando con il senno di poi potrebbe sembrarci strano che illustri personaggi del passato, o per essere più precisi due artisti, così simili e così vicini al punto che qualcuno poco esperto in materia potrebbe rischiare di confonderli, non si siano mai nemmeno parlati. Ma come abbiamo detto questo è all’ordine del giorno e quindi possiamo solo immaginare cosa sarebbe accaduto se tali artisti si fossero incontrati, condividendo le angosce che li accompagnarono per tutta la vita, in modo tale da creare qualcosa di ancora più sensazionale delle loro singole produzioni.

A quali artisti sto alludendo? Ad Edvard Munch e a Vincent Van Gogh, entrambi unici nella loro genialità ma con caratteristiche tali da renderli vicinissimi, salvo poi allontanarli subito per le altrettante differenze che emergono dalle loro storie.
Nati a pochi anni di distanza (Van Gogh nel 1853 e Munch nel 1863), entrambi gli artisti iniziarono ad emergere nel 1880 anche se in Paesi e contesti diversi.

La breve vita di Van Gogh è forse più conosciuta: la vocazione forzata, l’affetto incondizionato per il fratello Theo, la schizofrenia che lo portava ad alternare momenti di cupa disperazione ad altri di esaltazione, l’utopia della colonia di artisti, la salute cagionevole, il complicato rapporto con l’amico Gauguin e infine il drammatico suicidio.

La biografia di Munch è forse meno nota ma anche l’esistenza dell’artista norvegese è fu segnata da numerosi drammi
: dai lutti famigliari alla salute fragile fino al tormentato rapporto con le donne.

Entrambi gli artisti hanno immortalato sulla tela i loro tormenti interiori anche se in modi diversi, Van Gogh con un tocco rapido e quasi febbricitante mentre Munch prediligeva affidare ai contrasti cromatici le sue angosce.

Munch dipinse numerosissime donne, figure nelle quali vedeva un legame indissolubile con il male. Van Gogh realizzò oltre una quarantina di autoritratti, forse nel vano tentativo di comprendere attraverso il pennello i meandri della sua mente.

Insomma, due artisti che se si fossero incontrati avrebbero potuto realizzare grandi cose, magari aiutandosi reciprocamente, cosa che invece non sono riusciti a fare quelli che avevano vicini.

Silvia Meloni per 9ArtCorsoComo9

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