Generazione Z

Generazione Z

Questo articolo è pubblicato sul numero 41 di Vanity Fair in edicola fino al 12 ottobre 2021

È l’ora di pranzo di una tersa giornata losangelina e Zendaya e io ci troviamo in un séparé nella sala riservata di un albergo in West Hollywood a parlare della sua tendenza allo stacanovismo. «Odio sprecare tempo», dice, arricciando appena il naso. «Quando non lavoro non so che cosa sto facendo. Mi sento quasi a disagio», insiste agitando le mani. A differenza della gran parte delle ventenni, Zendaya (il suo cognome è Coleman, ma come per Rihanna o Adele, a chi importa?) ha alle spalle una carriera già lunga e varia. Veterana di due serie Disney, lavora «dalle nove alle cinque, da quando avevo 13 anni». Le sue attività extracurricolari includono la partecipazione a Dancing with the Stars (si era classificata al secondo posto a 16 anni) e la collaborazione nella creazione di una capsule collection per Tommy Hilfiger (è stata anche il volto di Lancôme, Bulgari e Valentino). Hanno realizzato una Barbie-Zendaya e ha potuto incontrare tutte le donne che ammira di più: Beyoncé («sempre pronta a sostenerti»), Oprah Winfrey e Michelle Obama. Con 110 milioni di follower in costante crescita su Instagram, la sua prossima tappa, presumibilmente, è il dominio del mondo.

Intanto guardiamo all’autunno che ha pianificato, che la vedrà presente sia sul piccolo sia sul grande schermo. A dicembre, rimetterà i panni di MJ in Spider-Man: No Way Home (che cosa ci può dire al riguardo? «Niente!») firmato Marvel, ma non prima di comparire al fianco di Timothée Chalamet nell’attesissimo remake di Dune, dal leggendario romanzo di fantascienza del 1995 (nelle sale, ndr). Quindi toccherà alla seconda stagione di Euphoria, la serie di Sam Levinson che ritrae la generazione Z, nella quale Zendaya interpreta la giovane tossicodipendente Rue, un ruolo che, l’anno scorso, ha fatto di lei l’attrice più giovane ad aggiudicarsi un Emmy Award.

Ci incontriamo durante una faticosa settimana di riprese notturne proprio per quest’ultima. Se non la riconosceste all’istante (gli occhi incantevoli e la bocca con gli angoli leggermente piegati all’ingiù che la tradiscono), pensereste che con il suo metro e settantotto Zendaya non può certo passare inosservata, ma lei scivola nella stanza così silenziosamente che quasi non ci si accorge che è già arrivata al tavolo. Indossa una canottiera bianca senza reggiseno, come tutte le giovani cool oggi, pantaloni di Tommy Hilfiger, scarpe Converse Chuck Taylors e, almeno così pare, niente trucco. Metà dei lunghi capelli le cadono sulla faccia, il resto le scende in morbidi ricci fino a metà della schiena. Il suo smartphone s’illumina per una chiamata di Levinson, e mentre lo afferra, vedo un anello con un diamante giallo (credo cinque carati, forse sei) di Bulgari. «È la mia follia, il regalo che mi sono fatta», sorride. «Ho avuto un piccolo sconto come dipendente», ride appena.

(L’articolo completo è pubblicato sul numero in edicola fino al 12 ottobre).

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