Alla domanda che cos’è Vogue Italia per te, Christelle Kocher, designer parigina fondatrice del brand Koché, risponde: «Una certa idea di glamour mescolato alla creatività, l’energia delle idee unita a una precisa visione della moda che va di pari passo con la curiosità e la difesa del talento». Detto fatto: questo mese ha tradotto – insieme a noi – questo concetto in una T-shirt con il logo di Vogue Italia che diventa un inedito abito da sera, un trionfo di upcycling e fantasia.

Convinta che la creatività si trovi ovunque, Christelle ammette che oggi tutto è complicato, ma l’importante è continuare a sperimentare. «Ho sempre mixato universi distanti tra loro come il mondo street e la couture, e l’ho fatto anche per questo capo one-of-a-kind. Una T-shirt basica con un logo pulito si può sposare perfettamente con un pizzo francese pregiato e piume dipinte a mano con diverse sfumature di colore. Galassie opposte si incontrano ed ecco la magia». Una magia inclusiva, al servizio di cause importanti e schierata in difesa di artigianato e sostenibilità.

«Durante la pandemia abbiamo prodotto abiti destinati a sovvenzionare le spese di un ospedale, ad esempio, e di un’associazione contro la violenza sulle donne. La mia speranza è che anche questo capo possa essere il pretesto per ragionare insieme su un progetto solidale. Il nostro lavoro è fonte di gioia ma anche uno strumento per riflettere su quello che succede, per tutelare i valori nel settore». Il recycling è un modus operandi caro alla stilista, che ogni stagione propone una serie di capi Re/Koché realizzati con tessuti già in magazzino. «È arrivato il momento di pensare diversamente, consapevoli che la moda deve mettersi in gioco», sostiene. «Con il gruppo OTB abbiamo migliorato la filiera investendo nel sourcing delle materie. Renzo Rosso ci spinge in questa direzione. Il 70% di Koché è prodotto con materiale riciclato».

Oltre ad aver lavorato per prestigiose maison come Bottega Veneta, Chloé e Dries van Noten, alla collaborazione per la A/I 20 di Emilio Pucci e all’Andam Grand Prize del 2019, Christelle Kocher è da 10 anni la direttrice artistica della Maison Lemarié, uno degli atelier specializzati dell’universo Chanel, vivai di abili artigiani con cui il brand ha tessuto rapporti sin dai tempi di Coco. «Far continuare questa tradizione e rinnovarla aggiungendo un tocco di modernità è un dovere e un onore». Fin dall’800 da Lemarié si realizzano piume, fiori, incrostazioni, ruches e plissé. «Per le mie collezioni parto sempre da un’idea di artigianalità, la stessa con cui abbiamo creato questo abito. Come pure le broches di carta a forma di fiore per cui abbiamo utilizzato le pagine del giornale». E pensare che anche la collaborazione tra Lemarié e Chanel era iniziata con un fiore, la camelia. In un mondo sempre più digitale, l’elemento tattile, imprescindibile per qualsiasi creazione di moda, torna a far capolino come motore delle idee, ricordandoci che toccare con mano gli abiti e confezionarli, soprattutto per un designer, è forse l’unico vero modo per viverli veramente e farli portatori di storie.

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Il braccialetto di fiori è realizzato a mano dalla Maison Lemarié con pagine di Vogue Italia.
Il braccialetto di fiori è realizzato a mano dalla Maison Lemarié con pagine di Vogue Italia.

In apertura: tessuto airtex sportivo, jacquard floreale e pizzo francese in tulle di seta per l’abito lingerie creato da Koché per Vogue Italia. Come i tessuti, le piume di struzzo e gallo sono riciclate, quelle di gallo sono dipinte a mano in oro. 

Foto Adrien Toubiana. Model Emma Goune @ Viva. Make-up Masaé Ito @ Atomo Management. Hair Tie Toyama @ Calliste Agency.

Da Vogue Italia, n. 846, marzo 2021