“Il libro rappresenta il caleidoscopio di voci e di idee che la maison Dior incarna oggi,” dice Maria Grazia Chiuri di Her Dior, pubblicato da Rizzoli e appena uscito.

Questo “progetto vivente”, come lo definisce lei, raccoglie 160 immagini di fotografe all’avanguardia di tutto il mondo che hanno interpretato il lavoro di Chiuri da Dior e rappresentano una “moltitudine di idee sulla femminilità.” Sebbene, come osserva Chiuri, “siano molte le voci espresse” nel volume – tra di esse, quella di Nan Goldin, Sarah Moon, Coco Capitán, Katerina Jebb, Zoë Ghertner, Sarah Waiswa, Kristin-Lee Moolman, Jodi Bieber e Bettina Rheims – “ci sono molti altri modi di intendere, comprendere e vivere la propria femminilità… la genuinità di questo dialogo è importante, il suo punto di vista è personale ma anche aperto, libero da giudizi e paternalismi”.

Dior primavera estate 2017
Dior primavera estate 2017

Nan Goldin

Da quando è diventata la prima direttrice creativa donna di Dior nel 2016, Chiuri ha cercato di riappropriarsi della filosofia della casa di moda nata 74 anni fa, creando una moda per le donne pensata dalle donne. Quella filosofia va oltre gli abiti stessi e si estende anche al modo in cui sono presentati, dalla fotografia al design concettuale. Per la sua collezione autunno inverno 2019, Chiuri ha affidato l’ideazione del set alla poetessa visiva italiana Bianca Menna – in arte Tomaso Binga, pseudonimo da lei adottato negli anni Settanta e poi ‘sposato’; Menna ha decorato le pareti con autoritratti in cui posa nuda formando una lettera dell’alfabeto, disposti in modo da comporre una delle sue poesie.

La sfilata haute couture della stagione successiva si è invece tenuta nel ‘ventre’ di una scultura gonfiabile a forma di gigantesca dea, opera di Judy Chicago. Entrambe le artiste hanno contribuito ai testi di Her Dior, così come la scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, il titolo del cui saggio del 2014 We Should All Be Feminists, che è stato stampato su una maglietta della collezione di debutto di Chiuri per Dior, fa da copertina a Her Dior con un’immagine scattata da Brigitte Niedermair.

“Ho scelto fotografe donne perché volevo uno ‘sguardo femminile’ capace di riflettere quello di un’altra donna e di restituirne l’intensità,” spiega Chiuri parlando di cosa l’ha ispirata nel creare il libro. “Fotografe che capiscono che la moda può essere uno strumento per sfidare gli stereotipi.” Qui, cinque di loro parlano del concept alla base del loro Her Dior, di catturare lo ‘sguardo femminile’ e di mantenersi creative in tempo di crisi.

Jodi Bieber

Dior Cruise 2020
Dior Cruise 2020

© Jodi Bieber

“Il mio shooting per Her Dior è stato ispirato da un mio progetto fotografico chiamato Real Beauty incentrato su una ridefinizione degli stereotipi di bellezza. Ho fotografato donne in biancheria intima nella mia città, a Johannesburg, in Sudafrica; donne di diversa estrazione sociale e con tipi di fisico diversi in uno spazio che era loro famigliare. Ho intervistato ognuna di loro, chiedendole come definiva la bellezza.

“Lo shooting per Her Dior sfida gli stereotipi. Ho scelto look che non sarebbero stati associati a nessuna cultura in particolare per il tessuto o lo stile. Volevo anche rendere a chi osserva l’atmosfera del luogo incorporando fiori locali da opere d’arte sudafricane che avevo visto sulle pareti di tante case nelle comunità di neri; raffigurazioni di madre e figlio per esempio e le opere di Vladimir Tretchikoff. Nella cultura africana, sempre più donne portano i capelli al naturale quando prima erano molte di più a usare le parrucche, quindi volevo celebrare questo look naturale. Volevo anche una figura più piena e rotonda.

The Hurt Locker di Kathryn Bigelow (2008) è un buon esempio di uno sguardo femminile. La sua regia e le sue riprese in questo film erano serrate e intime. Tuttavia, non possiamo fare di tutte un mucchio; ognuna di noi ha il suo punto di vista e la sua storia.”

Zoë Ghertner

Dior autunno inverno 2019
Dior autunno inverno 2019

© Zoë Ghertner

“Io e la modella americana Selena Forrest lavoriamo insieme da molto tempo e con queste foto volevo scoprire un lato nuovo di lei; qualcosa di più delicato e nascosto, con il blu inchiostro della collezione autunno inverno 2019. Nell’ultimo anno, quando tutto è rallentato, mi sono tenuta attiva in giardino e cucendo vestiti. Quando il mondo pian piano è ripartito, ho collaborato con persone a distanza, per lo più parlando, di tanto in tanto lavorando insieme di persona”.

Katerina Jebb

Dior Magazine #25 2019
Dior Magazine #25 2019

© Katerina Jebb

“Per Her Dior, ho realizzato dei ritratti a grandezza naturale di Setsuko Klossowska de Rola, pittrice giapponese, in tre giorni con uno scanner digitale. Setsuko è un’amica e una grande ispirazione – faccio spesso ritratti alle persone con cui ho rapporti stretti. Dal momento che le immagini erano divise in frammenti, ci sono volute settimane per assemblare i ritratti. Non uso riferimenti, preferisco lavorare spontaneamente. Il soggetto definisce il lavoro che faccio.

“Ci sono degli interessanti oggetti storici negli archivi di Dior che ho documentato [negli anni] come un paio di scarpe di velluto rosso appartenute alla duchessa di Windsor. Ho scattato delle immagini del vestito più rappresentativo del New Look di Dior del 1947, che ora si trova nella collezione permanente del Victoria & Albert Museum di Londra.

“Credo che ognuno di noi veda con gli occhi e che sia l’anima a dare la sensibilità a quello che vediamo. Maschile o femminile, lo sguardo è un’espressione individuale, e insieme siamo 7,5 miliardi di sguardi. Tutti insieme come umani.”

Sarah Waiswa

Dior Cruise 2020
Dior Cruise 2020

© Sarah Waiswa

“Mi hanno ispirata molto alcuni vecchi maestri africani della fotografia in studio come Malick Sidibé e Seydou Keïta, e i kitenge della collezione Cruise 2020 mi hanno colpita. Volevo combinare il passato e il presente, creare un senso di nostalgia ma anche un senso di orgoglio”.

Kristin-Lee Moolman

“Mi concentro sempre sulla diversità nel mio lavoro, ma per Her Dior volevo realizzare ritratti di donne forti. Amavo la teatralità della visione di John Galliano per la maison e sono ugualmente toccata dal focus di Maria Grazia Chiuri sull’empowerment femminile.

“Al momento, sto scrivendo sceneggiature e poesie. Il lavoro è incentrato sull’idea dell’antieroina e sulla creazione di nuove mitologie sulle donne sudafricane. Voglio renderle delle ‘toste’ con un lato romantico, come veniva fatto con i cowboy nei film western.”

Brigitte Niedermair

Dior autunno inverno 2020
Dior autunno inverno 2020

 © Brigitte Niedermair

“Lavoro per Dior da quasi nove anni ormai e quando è arrivata Maria Grazia, l’ho vista fare questo passo molto radicale di usare il corpo per fare una dichiarazione sociale. Ho scattato l’immagine della copertina del libro nel 2016 usando una panchina della prima sfilata di Chiuri e una maglietta con la stampa We Should All Be Feminists al fine di creare un totem per questo momento storico.”

Her Dior: Maria Grazia Chiuri’s New Voice, pubblicato da Rizzoli, è appena uscito