Roy Lichtenstein: le sue opere spiegate in 6 punti

Roy Lichtenstein: le sue opere spiegate in 6 punti

Roy Lichtenstein è conosciuto da tutti come il re dei fumetti, ma la sua carriera di artista si limita solo a questo?

Di origine statunitense, Lichtenstein è stato uno dei maggiori esponenti della Pop Art, insieme al celebre Andy Warhol, con il quale condivide oltre alla corrente artistica, anche il legame con la città di New York. Roy Lichtenstein è nato e vissuto a New York proprio negli anni in cui la Grande Mela era l’epicentro del maggior fermento artistico mondiale, eppure il re del fumetto è sempre rimasto un po’ defilato dall’ambiente culturale della città, identificandosi come un artista più riservato e “meno rumoroso”.

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Nonostante fosse meno esplosivo dell’eclettico Andy Warhol, Roy Lichtenstein ha rivoluzionato con la sua arte il linguaggio espressivo dell’epoca, fin dall’esordio della sua carriera negli anni ’50. Le sue opere ispirate ai fumetti sono diventate un marchio di fabbrica del suo operato, però non tanti sanno che questa serie riguarda solo pochi anni della sua carriera: per i restanti anni che cosa ha realizzato?

Le sue parole esprimono meglio di qualsiasi testo critico, il significato del suo percorso artistico:

Io mi interesso alla natura dell’immagine come ci si potrebbe interessare alla creazione di una forma classica, di una testa ideale ad esempio. Alcuni non credono molto in questo genere di cose, ma è più o meno questa l’idea che ci si faceva di un’opera classica – rappresentazioni ideali di persone ordinarie e di personaggi quasi divini. Bene, la stessa idea è stata adattata ai fumetti. Questo però non viene definito classico, si parla cliché. In breve, io sono interessato al modo in cui il mio lavoro può trasporre queste tecniche classiche, solo che non è classico, sembra un fumetto.

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Roy Lichtenstein, Crying Girl, 1963 © Estate of Roy Lichtenstein – SIAE 2018

Chi era Roy Lichtenstein: re della pop art

Lichtenstein è stato un innovatore e ha introdotto un nuovo linguaggio, ma la prima cosa da sapere di lui è che aveva in realtà un forte legame con il classicismo, anzi, tutto il suo percorso parte proprio dalle opere dei grandi maestri.

Oggi conosciamo Lichtenstein come il re della pop art insieme a Warhol, ma la sua carriera non è sempre stata facile. Malgrado il successo che ha riscontrato fin dall’inizio da parte della critica, nel 1964 uscì un articolo sulla rivista Life intitolato “È lui il peggior artista d’America?”.

Troppo banale per alcuni, ma Lichtenstein ha fatto proprio di quella banalità e delle pubblicità mainstream il suo cavallo di battaglia.

Nato nel 1923 a New York da una famiglia ebrea della classe media, la sua passione per l’arte e il design nasce fin da piccolo e prosegue poi con il diploma e la laurea in Belle Arti. Inizialmente il suo stile pittorico oscillava tra il cubismo e l’espressionismo, ma è nel 1957 che inizia a sperimentare inserendo le prime immagini di fumetti nelle sue opere.

Per capire meglio però come si è evoluta la sua carriera, ti spieghiamo lo stile e le opere di Roy Lichtenstein in 6 punti!

Capire le opere di Roy Lichtenstein 

Hopeless, Whaam, In the Car e Drowning Girl sono alcune delle sue opere più famose e rappresentano tutte scene di fumetti, con l’inserimento anche di testi ed onomatopee. Molti osservano le opere di Roy Lichtenstein non capendo a pieno il loro significato e il perché l’artista abbia deciso di prendere un mezzo espressivo comune e alla portata di tutti, come il fumetto, per renderlo arte. La Pop Art americana d’altronde si basava proprio su questo concetto: prendere oggetti comuni e trasformarli, lanciandoli su una tela o su altri supporti, per scioccare lo spettatore dell’epoca, tracciando una linea netta con il classicismo.

Ora però ti spieghiamo 6 punti chiave da sapere sulla sua carriera:

  • “In quasi mezzo secolo di carriera ho dipinto fumetti e puntini per soli due anni. Possibile che nessuno si sia mai accorto che ho fatto altro?” La carriera di Lichtenstein spesso è erroneamente ricondotta solo alle sue opere di ispirazione fumettistica, ma in realtà ha realizzato tantissime serie, tra cui Perfect/Imperfect con linee nette che rappresentano immagini astratte, Brushstrokes con pennellate di colore, Chinese Landscapes in cui omaggia i tradizionali pittori cinesi e infine, la riproduzione dei classici del passato, come le opere di Monet, Matisse, Van Gogh e Picasso. Purtroppo la sua morte nel 1997 fermò una sua importante sperimentazione sui dipinti virtuali.
  • La scelta dei fumetti non è banale, Lichtenstein non si limita a copiare e incollare dei soggetti, ma rappresenta la sua realtà mediata. Già negli anni ’60 aveva compreso che la realtà e le informazioni vengono scansionate, proprio per questo lui prende elementi comuni e ricostruisce delle immagini filtrate. Si tratta di un elemento chiave per la comunicazione pubblicitaria, proprio per questo rimane l’artista con la più importante influenza (ancora oggi) nel mondo della comunicazione commerciale.

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Roy Lichtenstein – serie Chinese Landscapes – Tate Modern

  • “Non sono contro l’industrializzazione, ma deve lasciarmi qualcosa da fare. Non disegno un’immagine per riprodurla, ma per ricomporla”. Roy Lichtenstein ha sempre dato una personale lettura dei soggetti e della realtà, inserendo se stesso in ogni sua creazione. Per questo, se si affiancano le sue opere ai soggetti originali da cui ha preso ispirazione, a primo impatto possono sembrare identici, ma in realtà ci sono numerosi elementi diversi, partendo proprio dai suoi celebri puntini.
  • Veniamo ora proprio a un suo marchio di fabbrica, i famosi puntini presenti in tantissime opere che possono sembrare frutto di una stampa, ma in realtà sono realizzati a mano con la tecnica Ben-Day dots. Anche nelle strisce di fumetti esistono, ma in questo caso sono veramente stampati.
  • Entrambi sono considerati i massimi esponenti della Pop Art, ma qual è la principale differenza tra Roy Lichtenstein e Andy Warhol? Andy Warhol rappresentava i grandi marchi e lavorava sulla ripetizione. Gli scaffali del supermercato con lui entravano nelle grandi gallerie e nei musei. Roy Lichtenstein invece elimina ogni tipo di marchio, rappresenta anche lui elementi comuni e di massa, ma rende sua ogni immagine. Ecco perché nelle opere Hot Dog, Sandwich and Soda e Mustard on White non c’è traccia di alcun brand, ma diventano semplicemente immagini di Lichtenstein.

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  • In particolare nei primi anni, la critica era molto diffidente verso Lichtenstein a causa dell’utilizzo dei personaggi dei fumetti nelle sue opere e della creazione di “superfici fredde”. In seguito poi la stessa critica riconobbe il talento e la capacità di innovazione dell’artista, conferendogli la Medaglia Nazionale delle Arti, una delle più importanti onorificenze degli Stati Uniti. Ancora oggi Lichtenstein ispira il mondo pubblicitario e le sue opere sono battute all’asta per migliaia di dollari.

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Roy Lichtenstein – Whaam! – Tate Modern

Le opere più famose di Lichtenstein

Se ti stai chiedendo quindi quali sono alcune delle sue opere più famose, molte le abbiamo già citate nel paragrafo precedente, ma di seguito facciamo un elenco riepilogativo:

  • Masterpiece del 1962
  • Whaam! del 1963
  • Ragazza che annega del 1963
  • Crying Girl del 1963
  • In the car del 1963
  • Hopeless del 1963
  • Ragazza allo specchio 1964
  • M-Maybe 1965
  • Girl with hair ribbon del 1965
  • Brushstrokes del 1965

Roy Lichtenstein è stato un artista molto attivo e la sua produzione di opere ha raggiunto numeri quasi incalcolabili. Fino al 2018 il suo operato era tutelato e valorizzato dalla Roy Lichtenstein Foundation, ma da quell’anno la fondazione ha ufficialmente chiuso donando oltre 400 opere al Whitney Museum e allo Smithsonian.

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