“Caligola” di Camus, il superuomo assurdo di Nietzsche

“Caligola” di Camus, il superuomo assurdo di Nietzsche

Caligola è la tragedia teatrale alla quale il filosofo francese Albert Camus lavorò per ben vent’anni e che solo nel 1958 fu pubblicata nella sua versione definitiva. L’opera è incentrata intorno alle vicende dell’imperatore romano Caligola e intorno al suo esercizio del potere, che lo rende una figura pensabile attraverso il concetto nietzschiano di superuomo in un’accezione, tuttavia, assurda.

Caligola di Camus, il superuomo assurdo di Nietzsche
A. Camus

Di che cosa è immagine il Caligola di Camus? L’imperatore romano, nell’opera del filosofo francese, è la raffigurazione del potere ab-solutus, del potere esercitato senza alcun controllo etico e normativo. In seguito alla morte della sorella Drusilla, con la quale intratteneva una relazione incestuosa, Caligola diventa un folle razionale: ogni sua azione, che sovverte e distrugge gli ordinamenti politici ed etici di Roma, è, infatti, compiuta con un preciso fine razionale, vale a dire mostrare ai cittadini romani tutta l’entità del potere senza alcuna regolamentazione che un imperatore può esercitare. Proprio per questo scopo Caligola beffeggia i senatori. Proprio per questo scopo decide di condannare a morte chi voglia senza alcuna ragione. Proprio per questo scopo, infine, decide di chiudere i granai e di far soffrire la fame ai cittadini romani. Solo per esercitare il potere, solo per conoscerne l’entità, l’estensione di tutto ciò che gli è possibile compiere.

Potere ab-solutus senza alcuna prescrizione etica e normativa a regolamentarlo, dunque. Si può definire il Caligola descritto da Camus come un superuomo nietzschiano fallito o, meglio, assurdo? Ripetiamolo. L’imperatore esercita un potere senza alcuna regolamentazione: rileggendo ciò con la terminologia nietzschiana si può dire che Caligola estrinsechi del tutto la sua volontà di potenza. Caligola sceglie di agire come gli detta il suo capriccio e questo di fatto significa che primeggia e domina su tutti. Primeggiare, dominare: questi sono i corollari della volontà di potenza nietzschiana, il concetto che per il filosofo tedesco significa l’istanza, presente in ogni essere umano, di ergersi sugli altri uomini, di sopraffarli, di vincerli. Ma se il superuomo nietzschiano esercita siffatta volontà di potenza all’insegna di una transvalutazione dei valori – nel senso che l’oltreuomo crea nuovi valori basati sulla corporeità e diversi da quelli della tradizione giudaico-cristiana che l’ha preceduto, basati invece sulla spiritualità – così non avviene per Caligola. L’imperatore esercita un potere senza porre nuovi valori, senza creare veramente alcunché se non paura e odio intorno a sé, fra i cittadini romani. Il Caligola di Camus esercita una volontà fine a se stessa, un potere per il potere. Ma un potere fine a se stesso è nulla. Ed è proprio per questo, in ultima analisi, che Caligola può essere pensato come un superuomo assurdo: perché esercita il suo potere per nulla, con il fine del nulla.

Riccardo Coppola per MIfacciodiCultura

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