Pensava, e scriveva, il Grande Bardo, che l’Inferno fosse vuoto e che i diavoli camminassero qui sulla Terra; e certamente Aldous Huxley conosceva assai bene l’opera ed il pensiero di William Shakespeare, visto che ne Il Mondo Nuovo ha sparso a piene mani citazioni da diverse opere del genio di Stratford-upon-Avon. E se pur non adopera la citazioni da noi testé utilizzata, Huxley l’ebbe certamente ben presente, perché il suo romanzo, pubblicato nel 1932, è una distopia violenta, di quelle che lasciano il segno, direttamente ed indirettamente, prima nella letteratura e poi nel cinema, talmente cruda e angosciante che non esitiamo a spendere l’aggettivo infernale per descrivere il mondo dell’immaginario preconizzatore di Huxley.
Solitamente si è soliti paragonare, anche in chiave sinottica, Il Mondo Nuovo a 1984: entrambi distopie, entrambi di autori inglesi e i paragoni riescono facili. IOHO, sarebbe assai più completo ed esaustivo ampliare l’angolo visuale e inserire in una ideale quadrilogia anche Fahrenheit 451 e Il Signore delle Mosche (sebbene quest’ultimo non possa dirsi, a rigor di termini, una distopia). In ogni caso, sia per quanto concerne Orwell che Huxley, le trame sono sostanzialmente esili e secondarie, nonché finalistiche: lo scopo è quello di giungere. Per il tramite di ben pochi eventi, dapprima all’affresco dell’ipotetica Società, appunto, distopica, e in un secondo tempo ad una parte didattico-enunciativa, che possiamo definire inversamente programmatica. Ossia, in buona sostanza, gli avvenimenti hanno lo scopo di far giungere il lettore ad una parte in cui, direttamente o in controluce, vengono enunciati i principi, terrificante, alienanti e da condannare & combattere, su cui si fonda la società distopica.
Ne Il Mondo Nuovo, questo avviene particolarmente tra i capitoli XVI e XVII, estremamente didascalici, quasi in forma di dialogo platonico: è la debolezza di queste grandi opere, che sono tanto geniali e lucide sotto i profili socioantropologico e politico, quanto oggettivamente carenti sotto il profilo letterario. Qui sta la differenza e con una boutade anche la differenza tra Bradbury-Orwell-Huxley ed il premio Nobel William Golding: i primi, in carenza di trama ed intreccio, spiegano, mentre il secondo mostra, lasciando al lettore il compito di dedurre – nella fattispecie, il fondamento antropologico delle società distopiche.
Il Mondo Nuovo di Huxley soffre di altri piccoli difetti, che volendo essere bonari possiamo definire aspetti grotteschi e che altrimenti dovremmo bollare come passaggi di comicità involontaria, su tutte le varie, numerose esclamazioni che sostituiscono a Dio l’invocazione a Ford: appunto in modo grottesco, Il Mondo Nuovo immaginato da Huxley ha re-iniziato a contare gli anni dall’uscita del Modello T nel 1908, dato che il capitalismo è la nuova religione, ancorché Il Mondo Nuovo sia essenzialmente ateo in senso stretto (ma abbia molto a che vedere con l’idolatria).
La storia si svolge pertanto nell’anno di Ford 632 (il “nostro” 2540) ed è un mondo in cui il pianeta è unificato in un unico Stato diviso semplicemente in dieci unità amministrative i cui governatori hanno i tratti semidivini di un Pontefice, la riproduzione umana è affidata totalmente alla manipolazione genetica in provetta, le persone sono rigidamente suddivise in caste sin dalla nascita (e appunto manipolate geneticamente per appartenervi senza possibilità di osmosi), i principi etici e morali sono quelli della produzione e del consumo, ma soprattutto quello della mancanza di emozioni e sentimenti (ma dove si è incoraggiati a praticare quanto più sesso, e quanto più promiscuo, possibile). A coronare il tutto, il soma, la droga di Stato, perfettamente legale ed anzi riconosciuta come mezzo di controllo del tutto morale per il condizionamento delle emozioni, non bastasse quello subliminale ed ipnopedico che viene comminato a tutti sin dal concepimento in vitro.
Quindi, Il Mondo Nuovo, capolavoro ancorché didascalico, da leggere e rileggere assieme agli altri tre romanzi sopra citati, come da vedere e rivedere sono i film che molto gli devono, anzi moltissimo: il romanzo di Huxley non ha avuto trasposizioni cinematografiche dirette, ma lì attingono i replicanti di Blade Runner, concepiti e manipolati geneticamente per essere schiavi senza possibilità di riscatto. Ai laboratori de Il Mondo Nuovo fanno capo i campi di coltivazione degli umani di Matrix. E ancora l’iconografia tribale-liturgica degli abitanti della Zion dei fratelli Wachowski unita a quella clericale dell’interno di Matrix o quella semi-mistica di Equilibrium: odio per libri, cultura, creatività e libertà di espressione, sacrifico della libertà individuale in nome di una falsa sicurezza, consumo e capitalismo: il filosofo del XVIII secolo Edmund Burke scrisse che «L’umanità è una mandria di esseri che devono essere governati con la frode, l’inganno e lo spettacolo». Anch’egli inglese, notiamo di sfuggita: aggiungiamo il soma, ed abbiamo la teoria che Mustafà Mond espone ne Il Mondo Nuovo.
Quello che espone Huxley è un capital-fascismo solidamente fondato sull’ignoranza e la tossicodipendenza, il controllo del pensiero, la mancanza di empatia, forme di idolatria estremamente primitive: tra gli aforismi che gli si attribuiscono, quello estremamente vicino allo Shakespeare di cui sopra, «Forse la Terra è l’Inferno di qualche altro pianeta». Guardiamoci intorno: Il Mondo Nuovo è già saldamente qui.
Vieri Peroncini per ArtSpecialDay
L’articolo “Il Mondo Nuovo” di Aldous Huxley, una distopia presente qui ed ora sembra essere il primo su Artspecialday.