La luna non è che il complemento della Terra, il suo rovescio speculare, il luogo dove s’aduna tutto ciò che sulla terra si perde
L. Ariosto (1474 – 1533) – Orlando furioso
Spesso la mente non basta, non basta la memoria, non bastano i ricordi né tantomeno ciò che resta sulla pelle del tempo trascorso. Spesso sono segreti, sogni inconfessabili, talvolta persone, qualche volta semplicemente desideri “assurdi”, di quelli che se si realizzassero potresti addirittura raggiungere la felicità… e morire!
E allora si fitta il cuore all’inquilino appena conosciuto, quello il cui sguardo ti ha perforato il ventricolo unendolo ancora di più all’atrio dando vita ad un monolocale con tutti i confort. La cabina armadio è sulla Luna, la tieni d’occhio perché è lì che hai che hai lasciato quella lettera nella tasca della giacca bianca, lì ci sono le scarpe ancora piene della sabbia di quella notte, il ventaglio di quella giornata afosa, il cappello di lana macchiato di vino e la camicia impregnata di tabacco.
Sono luoghi abitati, abitati dalle cose più importanti di noi più delle nostre case, più delle nostre stesse vite. Sono spazi enormi che abbiamo imprigionato in noi stessi, nel corpo più che nella mente. Con lo sguardo verso di loro scopriamo noi stessi, quelli mascherati da Società durante la messa in scena della Vita. Lì spendiamo il nostro miglior tempo, togliamo la polvere dalle foto in bianco e nero che ci hanno lasciato prima di andar via, rincorriamo in mezzo alla piazza del paese, ci macchiamo la maglia del dì di festa col gelato alla fragola, accarezziamo labbra lasciate sui gradini del treno in partenza. Abitiamo quei luoghi, tutti uguali per ognuno di noi, luoghi senza vicini, case popolari, i più ricchi castelli che abbiamo mai posseduto!