Una sera d’estate, la musica, la brezza leggera ed un ballo romantico: nulla di più perfetto da dipingere per un artista francese. È questo infatti il tema prediletto dall’impressionista Pierre Auguste Renoir (Limoges, 1841 – Cagnes sur Mer, 1919) tanto che ricorre più volte nella sua produzione, noto nel Ballo al Moulin de la Galette (1876) e come soggetto in primo piano nei pendant Ballo in campagna, Ballo in città (1883), al Musée d’Orsay di Parigi.
Quale occasione migliore per rappresentare la gioia di vivere, quell’effimero entusiasmo della vita tanto caro al pittore? Le sue pennellate vibranti e luminose originano scene così vive da farci venir voglia di entrare dentro il quadro.
Due tele, dello stesso formato, con due danzatori a figura intera ci raccontano pur nello stesso atteggiamento storie differenti. Nel Ballo in campagna una donna vestita a festa, con un ampio cappello floreale ci sorride entusiasta. Lo sguardo è rivolto proprio a noi, osservatori, a volerci coinvolgere nella sua felicità. Ha in mano un ventaglio, sinonimo di estate, ma non sembra che lo usi per rinfrescare il suo cavaliere. Dalla presa stretta dell’uomo, sembra che i due si siano alzati all’improvviso, magari al suono di una musica piacevole. Hanno lasciato alle loro spalle il tavolo con sopra ancora un bicchiere di vino a metà e del cibo. Nella foga la donna non sarà riuscita neanche a posare il ventaglio e probabilmente l’uomo ha perso il suo cappello di paglia che rimane riverso a terra.
La coppia si stringe stretta in un movimento agile, intimo, che noi immaginiamo soltanto. Quella bocca sembra sussurrare delle dolci parole all’orecchio, racconto di una storia d’amore, di una coppia così radiosa che ha deciso di svagarsi d’estate, all’aperto, per dimenticare le fatiche della vita. Unici protagonisti di questo ballo, su di una terrazza, mentre il resto del pubblico rimane in disparte a guardarli.
Diverso è il Ballo in città, in un classico salone aristocratico in cui la coppia di danzatori sembra tutt’altro che felice ed estasiata. A darci l’idea del movimento è la coda dell’abito dell’uomo nascosto dal profilo della sua dama, rigida e assorta forse in altri pensieri. Cambia anche lo stile pittorico, il disegno diventa più preciso, il colore assume tonalità più raccolte, Renoir ha messo da parte le sue pennellate vibranti delle tele precedenti.
Non ricordano forse, gli amanti che rimangono stretti in un tenero abbraccio nella tela di Edoardo Tofano Infine…soli (1878)? L’elegante coppia della Belle Époque parigina indossa gli stessi abiti tradizionali, questa volta però la festa è finita e possono godersi l’intimità ed il silenzio della loro casa lussuosa rimanendo immobili.
Coppie diverse, in ambienti e situazioni opposte, ma Renoir è ispirato dagli stessi modelli. Le opere commissionate dal mercante d’arte Durand-Ruel ritraggono l’amico Paul Lothe e Aline Chargot, la ventiduenne compagna del pittore impressionista e sua futura moglie. Insieme trascorrevano molto tempo a ballare e nei locali affollati in festa, gli stessi che poi Renoir ama immortalare nelle sue tele. La gioia della donna dal cappello rosso è la stessa che vede negli occhi dell’amore della sua vita.
Ma i pendant hanno anche un “gemello”, Danza a Bougival, dello stesso anno. I protagonisti sono gli stessi del ballo in campagna, tanto che sembra la continuazione della loro danza sfrenata, questa volta fra i tavoli del locale, in cui il caro amico Paul, ancora una volta il volto del protagonista maschile, ha raccolto il cappello da terra. Maggior risalto viene dato ai protagonisti, con un disegno in primo piano più nitido che segna il cambiamento stilistico di Renoir in seguito ad un viaggio in Italia. Sullo sfondo rimane invece il ricordo delle pennellate impressioniste.
Alejandra Schettino per MIfacciodiCultura
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