L’atlante dei mestieri spazzati via dal Covid

L’atlante dei mestieri spazzati via dal Covid
Agenti di viaggio
Hostess e stewart
Bodyguard
Dj
Organizzatore di feste per bambini
Attrezzisti e allestitori di set
Lavoratori dello spettacolo

L’onda lunga del Covid sta spazzando via, o comunque ridimensionando, numerosi e lavori che credevamo cristallizzati per sempre. Accelerando processi già latenti, o avviandoli ex novo.

E quando arriverà il vaccino potrebbe essere già  tardi. In pochi mesi, tra un protocollo e un Dpcm e l’altro, in un quadro di generale di trasformazione della nostra way of life, stanno uscendo di scena (o sono in forte crisi) mestieri e impieghi consolidati come gli agenti di viaggio, le hostess, gli stagionali del turismo e gli animatori turistici, messi all’angolo dal tracollo delle vacanze organizzate per la continua incertezza sulla possibilità di spostarsi tra una nazione, addirittura una regione e l’altra.

E poi i gestori di mense e tavole calde (per scuole e uffici), gli organizzatori di feste per bambini, i bodyguard (al tappeto per il dilagare dello smart working al posto del lavoro in presenza, i divieti di assembrarsi e  il totem del distanziamento interpersonale).

In declino anche dj, baristi, buttafuori, animatori/trici e l’intera filiera del mondo della notte: i coprifuoco realizzati o minacciati, e la chiusura semi-permanente delle discoteche, ne sanciscono il de profundis corrente.

Sembrano avere i mesi, o gli anni, contati pure le commesse e i commessi delle boutique di abbigliamento e del piccolo commercio, in un pianeta che acquista sempre più su Internet; i piazzisti porta-a-porta (chi aprirebbe più la porta a uno sconosciuto mascherinato?), gli steward delle partite di calcio, con le curve vuote. E che dire dei motivatori e dei life coach a corto di eventi che erano seguiti da folle adoranti, e dei wedding planner e dei fotografi dei matrimoni e delle grandi manifestazioni locali?

Della triste china imboccata dai lavoratori dello spettacolo dal vivo, mega-concerti e tournée in primis, si è già tanto scritto. Volgono poi implacabilmente al ribasso le quotazioni dei liberi professionisti e del popolo delle partite Iva. Facile prevedere un boom del lavoro irregolare e un’ulteriore deregulation dei contratti. E ci attende d’inverso un’epoca ritagliata su misura per i freelance digitali, colonizzata da job creativi e liquidi, sganciati dalla realtà materiale e da qualsivoglia rischio di contatto umano. Come quello del «logo creator», del «dropshipper» o dell’esperto di stampe e rendering in 3D. Puoi svolgerli tranquillamente da casa, non ti infetti e non infetti nessuno, ma sono retribuiti a singhiozzo.

LEGGI ANCHE

Philip Vanhoutte: «Il futuro del lavoro? Diffuso, più che da remoto»

LEGGI ANCHE

Come può cambiare (in meglio) il futuro del lavoro

LEGGI ANCHE

Che lavoro farà

Questo sito utilizza cookies per concederti di utilizzare al meglio le sue funzionalità. Leggi qui la cookies policy
ACCETTO