Luigi Ghirri spiegato in 10 punti

Luigi Ghirri spiegato in 10 punti

In Emilia tutti conoscono Luigi Ghirri. Fa parte del patrimonio culturale del nostro territorio, sia per la sua rilevanza come fotografo internazionale, sia per come ha ritratto i luoghi della nostra regione.

Luigi Ghirri è morto nel 1992, ma in realtà è sempre presente soprattutto in città come Modena e Reggio Emilia che, partendo dalla sua figura, hanno creato un enorme patrimonio culturale fotografico. Non è un caso infatti che sia Modena che Reggio siano le città della fotografia contemporanea (con FMAV nel primo caso, la Fototeca Panizzi e Fotografia Europea nel secondo).

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La fotografia di Luigi Ghirri è stata dirompente, non tanto per l’esplosività del suo linguaggio espressivo, al contrario per la sua poetica minimalista, per i colori tenui, per l’attenzione alla vita che scorre nella sua lentezza e semplicità.

In questo articolo, cercheremo di raccontarti chi era Luigi Ghirri in 10 punti, ma soprattutto dove si possono vedere dal vivo le sue fotografie.

Riviera Adriatica, anni ’80 ©Eredi di Luigi Ghirri

Chi era Luigi Ghirri

Ghirri è nato a Scandiano (RE) nel 1943 e ha iniziato a fotografare all’età di 26 anni. Ha lavorato come geometra prima di abbandonare questa professione e dedicarsi alla fotografia e alle arti visive in uno studio di grafica, nel corso degli anni ’70. La sua prima mostra è avvenuta nel 1972 all’Hotel Canalgrande di Modena, ma è dal 1975 in poi che ha iniziato ad affermarsi nel panorama internazionale, con la vittoria del premio Discovery of the year di Time-Life.

La sua ricerca fotografica si alterna a lavori svolti su commissione per aziende e brand del campo dell’architettura, ma non solo, perché Ghirri collabora anche con il Touring Club Italiano, per il quale realizza due volumi fotografici sulle stazioni termali dell’Emilia Romagna.

Sempre in tema Emilia-Romagna, è proprio a cura di Ghirri il progetto “Esplorazioni sulla Via Emilia. Vedute nel paesaggio” che lo porterà a stringere importanti amicizie con altri artisti, tra cui Lucio Dalla che lo introdurrà al mondo della musica.

Luigi Ghirri è morto improvvisamente all’età di 49 anni a causa di un infarto, quando era nella sua casa-studio di Roncocesi (RE).

Alpe di Siusi, 1979 @Eredi Luigi Ghirri

La fotografia di Luigi Ghirri

La fotografia di Luigi Ghirri ha aperto nuove strade e le sue opere sono tanto dirompenti, quanto delicate e silenziose. Ecco 10 punti chiave da conoscere sulla sua carriera:

pur essendo scomparso all’età di 49 anni, Luigi Ghirri ha avuto una produzione fotografia impressionante, con oltre 150.000 scatti ordinati in 20 raccolte;

molti lo hanno definito come un fotografo “scostante e distratto” proprio perché ha avviato una molteplicità di progetti, molti dei quali non sono mai stati portati a termine. La verità è che Ghirri concepiva la fotografia come un processo dinamico e quindi la sua ricerca era destinata a non esaurirsi mai;

le fotografie di Ghirri hanno toni prevalentemente pastello, con poca saturazione, questo conferisce ai suoi paesaggi un aspetto quasi etereo. Proprio nell’uso del colore Ghirri è stato un vero pioniere perché all’epoca la pellicola a colori in fotografia non era ancora diffusa;

Luigi Ghirri ha creato nel corso della sua carriera vere e proprie antologie che permettono la lettura del paesaggio italiano, coinvolgendo anche altri fotografi e artisti. Tra i suoi progetti più importanti ci sono Viaggio in Italia del 1984 ed Esplorazioni sulla Via Emilia del 1986;

la ricerca del suo linguaggio fotografico che è diventata poi la cifra stilistica della sua poetica è il non-luogo, spazi vuoti antropizzati ma in cui non c’è la presenza diretta dell’uomo. Ambienti spesso piatti e monotoni ai quali si passa davanti ogni giorno, ma che negli scatti di Ghirri diventano sguardi interiori;

il suo primo libro è stato Kodachrome, auto pubblicato nel 1978. Il suo nome deriva proprio dalle pellicole fotografiche a colori molto diffuse all’epoca, ma che oggi non esistono più;

Ghirri ha prodotto nel corso della sua carriera circa 20 serie fotografiche dal 1970 con Kodachrome alla serie Morandi del 1992;

Luigi Ghirri è considerato il maestro della fotografia di paesaggio italiana, ma non si è dedicato solo ai paesaggi, anche alla fotografia di architettura, di interni, oltre alle commissioni ricevute da aziende e brand;

Uno dei settori extra paesaggio in cui ha lavorato è quello musicale, al quale è stato introdotto da Lucio Dalla. Le foto di Luigi Ghirri sono state utilizzate nelle cover dei CD di gruppi come i CCCP Fedeli alla Linea, Dalla e Morandi;

Oggi l’opera di Ghirri è tutelata, promossa e valorizzata dall’Archivio Luigi Ghirri, l’organo ufficiale di documentazione del fotografo.

Argine Agosta, Comacchio, 1989 ©Eredi di Luigi Ghirri

Dove vedere le fotografie di Luigi Ghirri

A questo punto ti chiederai, ma dove posso vedere le foto di Luigi Ghirri?

Esiste un museo dedicato al maestro della fotografia contemporanea italiana?

Oltre alle mostre temporanee che vengono organizzate sia in Italia, sia all’estero che celebrano l’opera di Ghirri, puoi vedere le sue foto in queste collezioni permanenti:

Palazzo dei Musei di Reggio Emilia – con la nuova ala progettata da Italo Rota, un’intera sezione è dedicata alle fotografie di Luigi Ghirri ed è sempre visitabile;

presso la collezione fotografica della Fondazione Modena Arti Visive;

nelle giornate di apertura in occasione di eventi presso lo CSAC di Parma;

digitalmente, nella biblioteca digitale Luigi Ghirri della Panizzi di Reggio Emilia.

Per informazioni aggiornate sulle mostre temporanee in corso puoi consultare il sito dell’Archivio Luigi Ghirri.

Foto di copertina: Luigi Ghirri, Coca Cola, Cervia 1989 @Eredi di Luigi Ghirri

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