Pablo Picasso: in viaggio tra i colori delle emozioni

Pablo Picasso: in viaggio tra i colori delle emozioni
Pablo Picasso

Pablo Picasso: in viaggio tra i colori delle emozioniPablo Ruiz y Picasso: uno degli artisti più eclettici del XX secolo. Colui che ci ha consegnato attraverso l’uso di tecniche, materiali, colori e tematiche un dizionario completo delle emozioni offerte dalla vita, dalle più piacevoli alle più spregevoli, analizzate e sintetizzate in tutte le sfaccettature possibili. Sulla sua lunga vita e la sua ancor più vasta produzione si è scritto e riscritto, ma a garantire l’attualità delle sue opere è stata la loro realizzazione attraverso un punto di vita “privilegiato”, quello che solo lo sguardo sincero e privo di obblighi morali di un bambino può sfruttare, in quanto come lui stesso affermò «quello che gli artisti cercano disperatamente di raggiungere, il bambino lo crea naturalmente».
Alla veneranda età di 92 anni ci lasciò quindi uno dei Peter Pan più longevi della storia, sempre pronto, sino all’ultimo, a divertirsi e mettersi in gioco, come dimostra posando goliardicamente nel 1956 per il fotografo David Douglas Duncan in una vasca da bagno.

P. Picasso, Chitarra, 1912

Pablo Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973), spagnolo di origine e francese di adozione, sin da bambino dimostrò le sue abilità artistiche, ma non si fermò alla bravura accademica. Nel 1907 realizzò Les Démoiselles d’Avignon, riconosciuta come una delle opere più importanti dell’arte moderna e contemporanea, considerata una delle prime tappe verso la nascita del Cubismo, da lui “fondato” insieme all’artista e amico Georges Braque. Proprio grazie a queste geometriche sperimentazioni, a partire dagli anni Dieci del Novecento iniziò a creare il nuovo. Detiene infatti una serie di importanti primati spesso non evidenziati a dovere. Nel 1910-11 in Natura morta su un pianoforte comparve per la prima volta l’uso del lettering, che verrà ripreso nel giro di poco da Umberto Boccioni nel dipinto Gli addii, appartenente al trittico Gli stati d’animo. Nel 1912 diede il via alla scultura come costruzione, realizzando il primo assemblage della storia: Chitarra. Ancora nello stesso anno inserì in Natura morta con sedia impagliata il primissimo ready-made, applicando nel collage un ritaglio di tela impagliata e battendo di poco sul tempo il padre indiscusso del “già fatto” Marcel Duchamp.

P. Picasso, Vecchio chitarrista cieco, 1903

Tali pole position sono solamente una minuzia per affermare la genialità assoluta che contraddistinse tutta la carriera di Picasso, artista che fu in grado di spaziare nella gamma dei sentimenti umani, da raffigurazioni di guerra a rappresentazioni di pace, attraverso l’uso della tavolozza in sostituzione della voce. La scelta dei colori e delle forme rispecchia l’impiego dei timbri vocali adottati spontaneamente dalle persone in base al sentimento che desiderano esprimere. Così nel 1937 un nero intenso in forme spezzate impersonifica la paura generata dalla guerra nel popolo ferito, inscenato dal centrale Cavallo, di Guernica, per non dimenticare la Guerra Civile Spagnola, ed un bianco cangiante delineato in tratti essenziali rappresenta nel 1949 la pace, promossa dalla simbolica colomba per il congresso tenutosi a Parigi, a ricordarne il perenne bisogno. Spaziando dall’urlo cosmico generato dal terrore e dalla nera paura, che continua indisturbata ad accompagnare l’intera umanità a distanza di ottant’anni, al pacifico silenzio a cui tutti dovremmo mirare, Pablo affrontò l’intera ricchezza dei sentimenti, due dei quali sbandierati apertamente attraverso la stessa suddivisione metodologica tipicamente proposta del suo operato: il Periodo Blu (1901-1904) ed il Periodo Rosa (1905-1906).

P. Picasso, Famiglia di giocolieri (1905)

Nelle tonalità del blu affrontò la tristezza e nel rosa tinteggiò un universo gioioso e sereno. Interessante osservare che per rappresentazione dell’ingenuità, della dolcezza e della felicità scelse come soggetti principali circensi, saltimbanchi ed arlecchini, figure che per natura e “dovere” mantengono viva la loro essenza fanciullesca, quell’essenza che garantì a Picasso e permetterà a noi tutti di continuare a credere in un mondo che quotidianamente ci serve su di un vassoio d’argento mille occasioni per smettere di sperare.

Greta Canepa per MIfacciodiCultura

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