Robot, uno sguardo per capirsi? Ora succede

Robot, uno sguardo per capirsi? Ora succede

I robot provano empatia? Sembrerebbe di sì. Lo dimostra un esperimento condotto alla Columbia University di New York capaci secondo cui perfino nelle macchine è possibile accendere una scintilla di empatia.

La macchina che poteva osservare l’altra ha previsto correttamente i suoi movimenti in oltre il 98% dei casi senza che ci fosse stata una programmazione e li ha potuti ripetere. È stato dunque capace di mettersi autonomamente nei panni di un altro, sentire e comprendere quanto l’altro vede, sente o vuole, cioè uno dei requisiti della teoria della mente fino appannaggio di uomini e primati.

L’esperimento è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports ed è la prima prova che anche nei robot dotati di intelligenza artificiale può esistere la capacità di comprendere e anticiparne le azioni. Il passo successivo è la capacità di prevedere autonomamente azioni da compiere interagendo più facilmente con essere umani, per esempio nelle attività di accudimento, e con altri automi, nel caso di operazioni di soccorso.

«Semplicemente osservando i comportamenti dell’altro, un robot molto semplice ma dotato di intelligenza artificiale è riuscito a prevederne i comportamenti. È quel che avviene durante molte delle interazioni umane, e fra le macchine si è verificato senza bisogno di fornire alcuna informazione», ha spiegato a Repubblica Cristina Becchio, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.

Questo dà anche agli automi la capacità di evitare qualcosa? Di non fare un’azione, magari mentendo? Lo studio pone anche questo problema. «La teoria della mente è un fattore essenziale per le interazioni sociali più complesse, come cooperazione, competizione, empatia e imbroglio».

Antonio Frisoli, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, intervistato dall’Ansa, pone quesiti simili: «Fino a che punto un automa deve essere in grado di prendere decisioni autonome sulla base di una sua predizione? Può inoltre un robot, nell’anticipare il pensiero dell’uomo, manipolare l’uomo stesso e non essere più il mero esecutore di compiti? Sono tutti aspetti che meritano una riflessione attenta di tipo roboetico e filosofico».

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