Blek Le Rat chi è e quali sono le sue opere più famose

Blek Le Rat chi è e quali sono le sue opere più famose

Di Banksy sappiamo ancora molto poco, ma una cosa è certa: una delle sue ispirazioni è stato l’artista di origini francese Blek le Rat. Noi abbiamo visto alcune sue opere ed è senza dubbio uno dei pionieri della street art, nonché il punto di riferimento della Stencil Art. Qui ti raccontiamo come ha iniziato la sua carriera, il significato del suo nome, quali sono state alcune delle mostre più celebri che lo hanno raccontato e le opere da non perdere in Italia.

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Blek le Rat biografia

Xavier Prou, noto in tutto il mondo come Blek le Rat, è nato nel 1951 a Parigi in una famiglia abbiente: ha studiato incisione, litografia e pittura all’Ecole des Beaux Arts di Parigi e successivamente si è rivolto verso l’architettura, seguendo le orme del padre. 

Ma com’è iniziato il suo amore per il mondo del graffiti writing?

Galeotta fu New York, nel periodo del suo massimo splendore per quanto riguarda lo scenario urban! Ma andiamo per step: nel 1971, durante un viaggio negli USA, Blek le Rat si lasciò conquistare talmente tanto da quest’ambiente e da questo linguaggio che alcuni anni dopo cercò di emularlo nelle strade di Parigi, ma senza raggiungere gli obiettivi prefissati. Parigi era molto diversa da New York e il giovane Xavier aveva ben chiaro che fosse necessario trovare un mezzo espressivo più adatto al contesto della sua città. La sua innovazione è stata proprio lo stencil, una nuova tecnica che ha usato per adattare lo stile della street art statunitense all’architettura della capitale francese.

@Travel on Art, Blek le Rat a Roma

Com’è nato il nome Blek le Rat?

Il nome Blek le Rat deriva da Blek le Roc (Il Grande Blek in italiano) che era un fumetto italiano che l’artista aveva letto da ragazzino. Decise di modificarlo con un gioco di parole: Rat infatti è l’anagramma di arte. Inizialmente ad usare questo nome furono in due, ma nel 1982 il secondo membro del collettivo abbandonò l’attività, lasciando lo pseudonimo solo a Prou.

Blek le Rat e l’anonimato

Per alcuni anni Blek le Rat è riuscito a conservare il suo anonimato, ma non tutte le cose durano per sempre. Nel 1991, all’età di quasi 40 anni, è stato arrestato e identificato dalle autorità francesi, mentre stava realizzando una riproduzione a stencil della Madonna dei palafrenieri di Caravaggio.

Blek le Rat stencil art e i ratti

“Ogni volta che penso di aver dipinto qualcosa di leggermente originale, scopro che anche Blek le Rat lo ha fatto, solo vent’anni prima”.

A pronunciare questa frase è stato alcuni anni fa Banksy, per evidenziare la stima che lui e tantissimi altri artisti nutrono nei confronti di Blek le Rat.

Ma com’è nata la scelta dello stencil?

Ce lo racconta lo stesso Prou in un’intervista che ha rilasciato a Finestre sull’Arte in cui ha detto: “Ho scelto questa tecnica perché non volevo imitare i graffiti di New York, dal momento che sono nato a Parigi e provengo da un’altra cultura, e anche se amo la cultura americana non l’ho voluta imitare. Nutrivo il desiderio di avere un mio stile personale, e volevo che le immagini che facevo s’integrassero con l’ambiente e con le architetture delle città europee. Il muro, il luogo, l’architettura che stanno attorno all’immagine o allo stencil sono molto importanti. Il supporto dell’immagine gioca un ruolo essenziale nel mio lavoro. Il colore, la struttura, l’inserimento nell’ambiente giocano acnh’essi un ruolo davvero significativo nella scelta del muro su cui mi piace intervenire. Qualche volta la vicinanza di un elemento insolito a una mia immagine può cambiare completamente il senso. Sono tutte caratteristiche che rendono la street art un’arte molto sottile. La tecnica dello stencil è poi molto efficace, si può moltiplicare l’immagine centinaia di volte in centinaia di luoghi diversi. È un mezzo perfetto per promuoversi e farsi conoscere.”

I primi stencil di Blek le Rat sono stati i ratti neri e rappresentavano una vera invasione per la città tanto da apparire su tutti i muri! Ratti come la parola Rat contenuta nel suo pseudonimo, non è casuale: secondo l’artista infatti i ratti sono l’unico animale capace di sopravvivere all’apocalisse, un grande simbolo di libertà che si lega alla sua libertà artistica.

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@Wikipedia, opera di Blek le Rat

Blek Le Rat opere

La carriera di Blek le Rat risale agli inizi degli anni ’80 e già dal 1984 altri artisti avevano cominciato ad utilizzare il suo modello, ma anche spray a mano libera, pennelli e poster art. Questo fenomeno è stato effettivamente riconosciuto dopo la pubblicazione di un articolo di Le Monde nel 1986, intitolato “La scuola di Blek le Rat“.

A livello espressivo l’artista francese è passato dalla stencil art alla poster art per poi ritornare, intorno agli anni 2000, al suo primo amore. Uno degli aspetti più interessanti di questo artista è la sua curiosità: se ha iniziato ad ispirarsi ai grandi maestri del passato come Caravaggio e Leonardo Da Vinci, non ha mai smesso di imparare e di aggiornarsi, trovando l’ispirazione ovunque. La sua produzione artistica, riconosciuta a livello internazionale, si collega intimamente a temi sociali, pur senza definirla politica, come ha più volte ribadito Blek le Rat. Uno dei problemi sociali che ha rivendicato maggiormente è quello dei senzatetto: l’artista non propone soluzioni politiche, anzi ormai è disilluso dalla politica, ma pone all’attenzione delle persone e dei media alcune delle principali ingiustizie contemporanee.

Due opere di Blek le Rat da non perdere in Italia sono:

una a Roma, precisamente nel Quartiere di Torpignattara, vicino a via Alessi;
una a Firenze, precisamente presso lo Student Hotel TSH Lavagnini.

Le mostre famose di Blek le Rat

Blek le Rat è uno degli artisti più riconosciuti del panorama urban e sono state tantissime le istituzioni culturali che hanno voluto ospitare mostre a lui dedicate come il Centre Pompidou a Parigi, il Ministero della Cultura Francese, la Biennale di Cannes e molti altri.

La prima mostra in Italia risale ormai a 5 anni fa, nel 2016, ed è stata ospitata dalla Wunderkammern, si intitolava Propaganda. Il suo legame con l’Italia è dimostrato anche dalla grande ammirazione che Blek le Rat prova nei confronti di alcuni artisti italiani, come Blu, Microbo e Sten Lex.

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