Chiamata da manuale…per giovani artisti (italiani semplici)

Chiamata da manuale…per giovani artisti (italiani semplici)

Due curatrici, e un libro impossibile da recensire. Ma che tra le pagine nasconde ed evidenzia i paradossi del mondo dell’arte che conoscevamo, frequentavamo, amavamo, odiavamo, pensavamo non sarebbe mai finito e che oggi forse rimpiangiamo. Ma attenzione, perché i giovani artisti italiani semplici anche nell’anno della pandemia sono stati più vivi che mai, a partire dal loro portabandiera…ve lo raccontiamo qui. Come da manuale.

Elena Giulia Rossi: Ciao Anita, è arrivato!!! Sto leggendo il libro di Giulio Alvigini, Manuale per giovani artisti (italiani semplici). Meme e sistema dell’arte italiano. Lo ha appena pubblicato Sartoria Editoriale (postmedia books). Dovremmo scriverne…lo sto iniziando ora…Già dall’introduzione mi rendo conto che non andremmo incontro né al classico libro, né tantomeno ad un Manuale. “Il libro che state sfogliando non è un Manuale per giovani artisti – lo dice lui stesso – è semmai un ‘libro d’artista’ che finge di essere un Manuale per giovani artisti; che è anche una raccolta di battute, meme e freddure; che è soprattutto il mio personale sguardo sul sistema artistico; che al mercato (dell’arte) mio padre comprò”.
L’inizio promette bene.. fuori dagli schemi…. fammi sapere quando hai iniziato anche tu così poi ne parliamo…

Anita Calà: Se l’ho iniziato? Guarda mi è arrivato ieri sera, e ho dovuto rallentare la lettura altrimenti l’avrei divorato già tutto. Non so se ha dato la stessa impressione anche a te, ma pagina dopo pagina, non riesco a farmi una ragione che questo ragazzo così giovane, abbia così lucidamente in testa il vero sistema dell’arte, nudo e crudo, e ne riesca a parlare in maniera talmente diretta e libera, da far catapultare tutti noi dentro il suo libro…siamo tutti i protagonisti inconsci (fino adesso) dei suoi capitoli.

E.G.R.: Daccordissimo. I meme del suo Make Italian Art Great Again sono intelligenti ed esilaranti. Non avrei mai immaginato che un libro potesse esserlo altrettanto e tenerti inchiodato alla lettura. Però, ho interrotto un momento per fare un giro sul web e vedere cosa dicono di lui. Ho trovato, pensa, un’intervista di Federico Palumbo, La rivoluzione Non siamo Noi, per Osservatorio Futura, del1 settembre 2020. Alvigini qui scrive: “Il successo di un artista si misurerà nella capacità di movimentare attorno al suo percorso il maggior numero di (veri) addetti ai lavori” citando sé stesso dal capitolo Come ottenere un rapido e immeritato successo in arte. Ma la cosa bella è che al tempo di questa intervista, il libro non era ancora uscito e non si era neanche troppo sicuri che sarebbe avvenuto. Era annunciato da diversi anni; molti pensavano fosse uno scherzo. Anche questo senso di anticipazione e di attesa e tutto il modo di generare la comunicazione attorno al libro, dovremmo magari tenerne conto nella recensione, cosa ne dici?

A.C. :A me viene da dire tutto davvero molto “interessante” ma poi temo fortemente che l’autore non la prenderebbe molto bene….visto il capitolo a pagina 63.
Ma giuro su Cattelan che è davvero interessante (nell’accezione più che positiva del termine) questo suo strafregarsene delle conseguenze generate dalle sue affermazioni, che vanno a colpire le frustrazioni di tutti gli addetti del mondo del contemporaneo. Alvigini è solo all’inizio, negli anni sarà tra le figure mutanti (mi viene di nuovo da dire interessante ma cambio termine) più stimolanti da seguire. E come dici tu, questa metodologia comunicativa non è fatta solo per sorriderci su, ma apre davvero nuovi scenari. Ma c’è un punto dove ti sei riconosciuta di più o hai riconosciuto qualcuno? (rido in maniera pettegola)

E.G.R: Eh si va a colpire le frustrazioni degli addetti ai lavori ma lo fa in un modo veramente distaccato. Sai come me ne accorgo? Mentre leggo mi viene da ridere per quanto ci sarebbe poco da ridere perché il suo sguardo è veramente lucido, supportato anche da una gran cultura. Hai visto, per esempio, a pagina 87 come ha inquadrato la Biennale e il nostro (s)nazionalismo? Poi, quando non te lo aspetti e ti sei ormai adeguato al passo del racconto arriva l’intermezzo…. Non ti finisce di sorprendere. Ma tu mi chiedevi se mi ero riconosciuta o se avevo riconosciuto qualcuno. Ora ti dico. Man mano che leggevo, per ogni cosa in cui non mi riconoscevo mi sembrava di aver guadagnato punti. Iniziavo a sentirmi speciale. Poi c’è stato qualcosa che mi ha fatto trasalire…la coda di paglia si è accesa: ebbene si più di una volta ho scritto di una mostra o un progetto solo dal comunicato stampa. Quando me lo hai chiesto sono andata a vedere dove lo avevo letto ma non lo ho più trovato. Lo avrà scritto veramente? Per il resto ci riconosco tutto il sistema…Chissà se a questo punto della storia Alvigini non si riconosca anche lui in tutto ciò che ha scritto…E tu?

A.C.: Mi auto-denunzio….come leggo nel capitolo VERNI-ASSAGGIO anch’io per un periodo mi vestivo solo di nero per andare sul sicuro. E si lo ammetto, quando ero più giovane trasudavo “indaffaratezza”….che pena. Questo libro sembra un testo di psicologia, ti tira fuori le cose che hai celatamente nascosto per anni (o che continui a fare) e te le fa affrontare.

E.G.R: Quindi siamo d’accordo che questo libro è tante cose…Forse “recensirlo” non è la cosa più appropriata. Pensiamoci un momento. Sicuramente invitiamo intanto a leggerlo perché riguarda proprio tutti. Semmai ci risentiamo…Cosa ne dici?

A.C.: Penso che: Se telefonando io potessi dirti facciamolo/ Ti chiamerei/ Se io rileggendoti fossi certa che dici sul serio/ Ti rileggerei/ Se guardandoti negli occhi sapessi dirti daje/ Ti guarderei

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