Nel giro di otto anni Off-White ha contribuito a ridefinire il concetto di “lusso”, riscrivendo le regole del gioco non soltanto per la Generazione Z e i millennial, ma per tutto il sistema della moda. Coniugando armoniosamente tagli fluidi e rilassati con accessori sofisticati e scultorei, e disseminando le collezioni di citazioni e riferimenti di design, il brand di Abloh si è accreditato come maison di lusso trans-generazionale, sviluppando una narrazione che guarda al futuro e si diverte a sfumare la linea di demarcazione tra comfort e sofisticatezza. Forte di un prestigio ormai consolidato e di un rapporto privilegiato con il suo pubblico di riferimento, Off-White è riuscito nell’impresa di continuare a innovare stagione dopo stagione, portando il cambiamento all’interno del tempio apparentemente immutabile del lusso e mantenendo sempre fluida la conversazione con gli 11 milioni di follower che seguono il brand su Instagram.

La hype esiste sempre per una ragione. Quando Off-White ha debuttato nella fashion industry era il 2012, e lo scenario competitivo appariva ben diverso da oggi. Grazie alla sua capacità di interpretare desideri, paure e aspirazioni non solo dei giovani, ma anche di quella nicchia di consumatori del lusso più ricettiva al cambiamento a prescindere dall’anagrafe, la visione interculturale di Abloh e Off-White si è affermata per la sua spinta verso una moda più aperta, democratica, inclusiva.

In questa speciale collaborazione creativa tra Vogue Italia e Off-White – la prima nella storia del brand – Liya Kebede, supermodel e musa di Abloh, ha posato per un team di creativi riunitosi per la prima volta, sotto la direzione artistica di Vogue Italia, tra cui il fotografo Davey Adesida, cresciuto in Nigeria e ora residente a New York, lo stylist newyorchese Matt Holmes e il video maker Teddy Nelson.

Davey Adesida

“Off-White ha creato uno spazio importante nella moda e sono felice di farne parte,” dice Matt Holmes, che tra i suoi più recenti lavori ha curato lo styling di Amandla Stenberg per la copertina di TIME magazine. “Gli abiti di Virgil per Off-White non sono solo memorabili: sono iconici anche al di fuori della sfera della moda. Guardo sempre con ammirazione chi riesce a creare un dialogo con altri settori e a portare nuove narrative nella moda”

Per Adesida, la decisione presa all’ultimo minuto di spostare lo shooting in interno a causa della rigidità del clima newyorchese si è rivelata vincente. “Sono riuscito a catturare Liya in studio con una meravigliosa luce naturale che filtrava dalle finestre. È curioso come un cambio di programma possa portare a realizzare le fotografie migliori, è stata una fortuna lavorare con un team che ha creduto nella mia visione e si è felicemente organizzato per adattarsi alla nuova situazione”.

Non avendo mai incontrato Matt o Liya prima d’ora – pur essendo grande ammiratore del loro lavoro da sempre ed entusiasta di collaborare con loro – Adesida descrive Liya come una persona “con la quale è fantastico lavorare” e “di grande bellezza interiore ed esteriore”. “Lavorare con una top model come lei è un’esperienza davvero diversa e spero che presto si ripresenti l’opportunità di fare qualcosa di nuovo insieme.”

Il rapporto di Liya con Off-White si è consolidato quando la modella ha calcato la passerella della sfilata Autunno/Inverno 19 del brand. Abloh ne parla in termini entusiastici: “Liya è un’icona vivente, rappresenta un simbolo di forza, equilibrio, bellezza e diversità in un’industria che aspira al cambiamento – è una musa per me e per Off-White™”

A proposito della recente valorizzazione dell’inclusività da parte dell’industria della moda, Kebede racconta come agli esordi della sua carriera nel 2000, “era abbastanza normale vivere un’esperienza di assoluta non-inclusività”, “c’era UNA sola ragazza sulla passerella e quella ragazza sono diventata io. È incredibile vedere il cambiamento da allora ad oggi. Credo che Bethann Hardison abbia fatto la differenza quando ha portato questo tema all’attenzione di tutti.”

Ora questo cambiamento è reale. “Ci sono moltissime ragazze stupende e per quanto riguarda il tema del gender quello di oggi è un mondo nuovo – è meraviglioso vedere questa incredibile inclusività. C’è stato un momento in cui ho pensato che potesse essere soltanto un trend passeggero, ma ora sta davvero consolidandosi e il movimento Black Lives Matter ha dato un grande contributo per fare diventare l’inclusività la regola” afferma Kebede.

Forse in virtù della sua ormai ventennale carriera nell’industria della moda, Kebede ha una visione del futuro convintamente ottimista, “L’inclusività avrebbe dovuto avere spazio già molto tempo fa e per me è triste che ci si pensi soltanto oggi. Inclusività, solidarietà e connessione sono tutto ciò che abbiamo, dobbiamo sforzarci di mettere da parte le nostre differenze e cercare di vedere ciò che ci accomuna. Siamo tutti connessi e siamo una cosa sola – più velocemente riusciamo a vederlo, migliore sarà il mondo che potremo creare in termini di uguaglianza, accettazione e tolleranza.”

Davey Adesida

Il progetto realizzato con Vogue – le immagini di Abesida e un video girato da Nelson – si concentra su due delle proposte iconiche del brand per la Primavera/Estate 21, in grado di esaltare la capacità del marchio di coniugare approccio sartoriale e streetwear: da un lato la celebrazione della storia e della storia e della maestria artigianale italiane, evidenti nella scelta di Milano come sede del design studio del brand, dall’altro la volontà di tradurre e traslare questo patrimonio in un contesto generazionale diverso e contemporaneo. Una conferma di Off-White come brand che ben incarna la definizione di raffinatezza radicale.

A prendersi la scena è la ‘Burrow Bag’ – una borsa a tracolla compatta dal design concettuale, che richiama un’installazione di land art di D.A.ST. Arteam nei i fori simili a crateri intagliati nella pelle così come nella profonda incavatura al centro della base.

Poi ci sono le sneaker low-top “OUT OF OFFICE”, ispirate all’estetica dei modelli anni ‘80 e ‘90 – perfette sia abbinate a morbidi capi sartoriali che indossate con comodi joggers, in una riuscita contaminazione tra la versatilità del tempo libero e la formalità dell’office wear. “Il concetto dietro alla collezione OUT OF OFFICE è di abbracciare il potere della creatività” dice Abloh, “di mettere le persone nella condizione di sfuggire alla banalità e di crearsi il proprio mondo, un mondo fatto di infinite possibilità”.

Credits

Liya Kebede: @liyakebede @dnamodels

Creative Direction: @vogueitalia

Casting: gk-ld @gkldprojects

Photography: Davey Adesida @daveyadesida at @clmagency

Styling: Matt Holmes @artistry.agency @matttholmesss

Videographer: Teddy Nelson @teddy_nelson_

Hair: Hos @thewallgroup

Make Up: Yumi Lee @streetersagency

Nail Technician: Honey @exposureny

Production: @clmagency

Retouching/Post Production: @sheriff_postproduction_dpt

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