Robert Doisneau: la meraviglia della quotidianità

Robert Doisneau: la meraviglia della quotidianità
Robert Doisneau

Un bacio in mezzo alla folla, l’espressione innocente dei bambini, gli incontri quotidiani di una città, Parigi, senza tempo: l’umanità, nella sua veste più dolce, è il soggetto costante delle foto di Robert Doisneau (Gentilly, 14 aprile 1912 – Montrouge, 1º aprile 1994).

Il fotografo nasce a Gentillly, un comune nel territorio della capitale francese, nel 1912. Si dedica alla fotografia dopo gli studi in litografia e un’esperienza nel campo della scultura. La sua posizione di fotografo è particolare: per nulla attratto dal sensazionale, Doisneau è continuamente alla ricerca delle piccole cose, delle espressioni semplici, degli sguardi spontanei.

I primi scatti del fotografo sono il risultato di un impiego presso la fabbrica automobilistica Renault, dove Doisneau si occupa di immagini a fini pubblicitari. Gli operai e le operaie sono immortalati in momenti di lavoro, in mezzo a macchinari e ingranaggi, o nei momenti di pausa, nelle grandi mense industriali. Il fotografo riesce a dare dignità al lavoro delle persone. Cerca i loro sguardi, legge la realtà con empatia:

L’attrezzatura all’epoca era pesante e a volte il lavoro risultava piuttosto faticoso. La mia sorte, tuttavia, non era in alcun modo paragonabile a quella degli operai della catena di montaggio. Io ero una specie di giullare tollerato.

La sensibilità che Doisneau dimostrata sin dai primi scatti, sarà il punto di forza del suo intero lavoro fotografico.

La sua macchina fotografica non lo porta, come succede per tanti professionisti, in giro per il mondo: dal 1939, momento del licenziamento dalla Renault, il centro di gravità del suo lavoro è Parigi. Le strade della capitale e i personaggi che le abitano divengono protagonisti di un mondo vivace, a volte anche bizzarro. Che sia in periferia o che sia in città, Robert Doisneau ha un progetto:

Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.

Gli esempi di questa tenerezza sono molti. Nella sua foto più famosa, Robert Doisneau immortala il bacio di una coppia di innamorati in mezzo alla folla, di fronte all’Hotel de Ville. L’immagine, che ci mostra l’amore nella sua più pura accezione, per la sua forza e semplicità è stata riprodotta in tutto il mondo su cartoline e poster. In realtà lo scatto però ha creato qualche problema al fotografo: nel 1993 una coppia di coniugi, i Lavergne, denunciano Doisneau sostenendo di essere i protagonisti della foto; i due dicono di essere stati immortalati senza avere dato il permesso al fotografo. Per difendersi dall’accusa, decisamente infondata, Doisneau è costretto a rivelare che la fotografia è costruita: il fotografo aveva assistito, un attimo prima, ad un vero e spontaneo bacio tra Françoise Bornet studentessa di teatro, e il suo ragazzo, Jacques Carteaud, ma egli non aveva osato scattare senza chiedere la loro autorizzazione. La fotografia viene quindi ricostruita un attimo dopo, senza per questo perdere la sua forza.

Gli innamorati popolano le foto di Robert Doisneau e tra gli innamorati della vita ci sono certamente i bambini: sporchi di fango e di pioggia o perfettamente in ordine, sono ritratti dal fotografo in una dimensione di totale spensieratezza. Così un bambino corre per le strade di Parigi con una baguette sotto il braccio, un’altro fa da carico alla sorella in bicicletta sotto la Torre Eiffel. Gruppi di bambini camminano in fila indiana, attaccandosi l’uno alla maglietta dell’altro, altri giocano a girotondo, altri ancora si divertono sui pattini. È un mondo di gioia che il fotografo rappresenta con estremo rispetto.

Le fotografie di Robert Doisneau fanno emozionare. Sono immagini preziose, soprattutto in un periodo storico come quello contemporaneo, in cui si è sempre meno abituati a gesti spontanei e azioni gratuite:

Mi sembra che la fotografia potrebbe diventare, in questo mondo di disciplina e di strapotere dei mass media, un mezzo per ritrovare istinti semplici.

Che le foto di Robert Doisneau possano risvegliare la meraviglia e lo stupore per la quotidianità.

Chiara Vitali per MIfacciodiCultura

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