Sono passati 40 anni da quando Vivienne Westwood tenne la sua primissima sfilata allo scopo – come dichiarò lei allora – “di distruggere il termine ‘conformismo’”. A cui aggiunse: “È il solo motivo per cui faccio moda”. In un momento in cui sentiamo tutti una grande mancanza delle atmosfere e della teatralità delle sfilate fisiche, la casa editrice Thames & Hudson ci porta indietro nel tempo, invitandoci a partecipare a ogni singolo fashion show di Vivienne Westwood grazie a un nuovo straordinario volume intitolato Vivienne Westwood Catwalk: The Complete Collections.

È uscito il 24 giugno 2021, e Vogue vi offre un’anteprima in esclusiva di questo libro, corredato da un’introduzione e testi del giornalista di moda Alexander Fury e biografie firmate sia da Westwood che dal marito e socio di lunga data, Andreas Kronthaler.

Si parte con un salto indietro nel tempo, al 1981, alla prima collezione della stilista inglese intitolata Pirate, che faceva da apripista al movimento neo-romantico della moda a suon di stivali da pirata, stampe a ghirigori e calze scese. Il tutto completo di testo estratto dal volume e firmato da Fury.

Pirate

Il debutto in passerella di Vivienne Westwood arriva tardi nella sua carriera. All’età di 40 anni, nel 1981, la stilista era già attiva da circa dieci anni e si occupava di creare capi per la sua boutique di King’s Road, Londra, in continua evoluzione, e che gestiva assieme all’allora compagno, nonché manager dei Sex Pistols, Malcolm McLaren. Detto ciò, Westwood ritiene che quella sfilata, ribattezzata retrospettivamente Pirate – anche se il nome non compariva sugli inviti – rappresenti il vero inizio della sua carriera di fashion designer.

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Robyn Beeche

Lo show coincise con un’operazione di restyling della boutique che diventava Worlds End, citando il mondo dei pirati (il logo – un braccio che brandiva una sciabola – era la bandiera di Thomas Tew, corsaro inglese diventato pirata, del XVII secolo) e accorpandosi alla già testata passione di McLaren e Westwood di ‘saccheggiare’ la storia e le culture di vari Paesi a caccia di ispirazione.

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Senza alcuna esperienza nell’organizzazione di una sfilata vera e propria, Westwood permise al cast di modelle e modelli (per lo più amatoriali) di scegliere loro i capi da indossare. I look mixavano assieme moda maschile e femminile, cosa che Westwood avrebbe continuato a fare sulle sue passerelle nei 15 anni successivi. Ispirandosi a un’idea della stylist Caroline Baker, la make-up artist Yvonne Gold, che collaborò insieme a Westwood per le sue prime otto sfilate, ricoprì i denti dei modelli con la carta stagnola color oro del pacchetto delle sigarette. La scelta del color oro era importante e si ricollegava al concetto di saccheggio e bottino.

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Tenutasi al Pillar Hall di Olympia, Londra, la sfilata fu un vero successo. I capi erano opulenti, colorati e romantici in contrasto con l’abbigliamento nero, da guerriglia urbana, dei punk che frequentavano il Seditionaries – la boutique ribattezzata di Westwood – e si coloravano di giallo zafferano, arancione pomodoro e blu cobalto con motivi grafici a ghirigori che rievocavano corde, onde e le stampe wax della tradizione africana. C’erano sciarpe decorate con nappine, stivali con fibbie e tuniche blusate asimmetriche con ampie maniche abbinate a tricorni e a un ibrido tra vestaglie da notte e mutande lunghe ispirate alla biancheria del XVIII secolo.

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E non mancava nemmeno il senso dello humour! Westwood creò una T-shirt con un tubo che collegava i due seni e che chiamò ironicamente ‘Inter-titty’ (gioco di parole tra ‘tube’ metropolitana e l’allitterazione tra ‘intercity/inter-titty’). Il comunicato stampa che accompagnava la sfilata dichiarava: “Questi capi sono fatti per andare a caccia e a pesca, per arrampicarsi sugli alberi e correre nella natura incontaminata con tanto di sacca in spalla, panno-perizoma per coprire i genitali e trecce color oro tra i capelli: un pirata dei tempi moderni”.

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Proprio come aveva legato i capi di SEX e di Seditionaries – i negozi di Westwood – ai Sex Pistols, ora McLaren metteva in relazione Pirate al suo nuovo progetto, Bow Wow Wow, la sua band new wave anni 80. Più in generale, l’idea della collezione si rifaceva al movimento New Romantic della scena clubbing londinese. Ma il cambio di direzione verso il romanticismo di Westwood e McLaren arrivò al momento giusto: tre mesi dopo il debutto di Pirate, Diana Spencer sposava il Principe Carlo in un romanticissimo e voluminoso abito da sposa in taffetà davanti a un pubblico di ben 750 milioni di persone. In quello stesso periodo, capi di ispirazione piratesca erano in vendita presso i grandi magazzini più noti, da Bloomingdale’s, Henri Bendel e Macy’s negli Stati Uniti a Joseph a Londra. Ma non è tutto. Debuttavano anche su British Vogue. Spontaneamente esuberante e dall’impatto straordinario, Pirate avviò davvero la carriera di Vivienne Westwood trasformandola in quella forza creativa del fashion che conosciamo oggi.

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Vivienne Westwood Catwalk: The Complete Collections di Alexander Fury (edito da Thames & Hudson) è in libreria dal 24 giugno 2021.

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NIKON

Niall McInerney, Photographer © Bloomsbury Publishing Plc: 1981